Il perito: spostato il telefono di Melania

25 Gennaio 2012

Caduto dietro al casotto di legno durante l'aggressione, è stato trovato vicino al corpo

TERAMO. La dinamica di un delitto prende forma nelle pagine di una perizia. Quella sui telefoni cellulari consegna nuovi particolari sull'omicidio di Melania Rea e racconta che il suo telefonino è stato spostato: non dall'assassino, ma da chi ha scoperto il cadavere. Forse lo stesso telefonista, rimasto anonimo, che nel primo pomeriggio del 20 aprile ha dato l'allarme da una cabina telefonica.

La perizia riconsegnata in procura dai due consulenti (Oreste Andrisani e Marco Peroni) ribadisce, su questo si erano già pronunciati i Ros e i carabinieri di Ascoli, che nel primo pomeriggio del 18 aprile il telefono di Melania aggancia solo le celle di Ripe e non quelle di Colle San Marco. Ma i periti vanno oltre. Secondo gli accertamenti fatti dai due tecnici il telefono della vittima, quando ha ricevuto le chiamate e gli sms dell'amica Sonia, non era nel punto in cui è stato ritrovato ma dietro al casotto di legno che ha attutito il passaggio delle onde elettromagnetiche e quindi ha impedito all'apparecchio di essere raggiungibile.

Ed è qui che è caduto alla vittima nel momento in cui è stata aggredita alle spalle. Poi Melania, che aveva i pantaloni e gli slip abbassati e quindi faticava a muoversi, ha cercato di fare qualche passo, di fuggire. Ma è stata raggiunta e finita dopo pochi passi. Mercoledì 20, quando il corpo è stato scoperto, il telefono era lì vicino. Chi l'ha spostato? Gli accertamenti hanno escluso che sull'apparecchio ci sia il Dna di Salvatore Parolisi, il marito di Melania che a febbraio comparirà a processo per omicidio aggravato. Chi ha spostato il cellulare?

L'ipotesi che gli inquirenti fanno è che l'abbia fatto chi ha trovato il telefono. Forse lo stesso telefonista. Arrivando da dietro al casotto, infatti, la prima cosa che ha visto per terra è stato il telefonino. Lo ha preso, ha fatto qualche passo e ha scoperto il corpo. Spaventato ha buttato l'apparecchio.

Intanto, dopo che il gip Giovanni de Rensis ha accolto la richiesta di giudizio immediato fissando per il 27 febbraio l'inizio del processo, i legali del caporal maggiore hanno quindici giorni di tempo per chiedere ad un altro giudice un eventuale rito abbreviato. Un rito che, in caso di condanna, consente di avere la riduzione di un terzo della pena. Nei giorni scorsi gli avvocatii Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato hanno ventilato l'ipotesi di ricorrere ad un abbreviato condizionato a due perizie.

In particolare la difesa potrebbe chiedere nuovi accertamenti sull'ora della morte e sul telefono cellulare della vittima. Secondo il medico legale Melania è morta tra le 14.30 e le 15: un arco di tempo in cui, per l'accusa, la donna era con Salvatore nel bosco di Ripe. E non, come sostiene il caporal maggiore, nel pianoro di Colle San Marco.

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