In corteo per salvare la storica Veco

Gli operai e i loro familiari sfilano per chiedere il rilascio delle autorizzazioni e far riprendere l’attività della fonderia

MARTINSICURO. Hanno partecipato in oltre 200 alla manifestazione che si è svolta ieri mattina a Martinsicuro in difesa dei posti di lavoro della Veco, la fonderia truentina che nell’aprile scorso ha festeggiato i 50 anni di produzione. Il corteo degli operai e dei loro familiari, a cui hanno partecipato anche diversi dipendenti in pensione, è partito alle 10 dal piazzale antistante lo stabilimento e si è snodato fino a piazza Cavour, dove ci sono stati i comizi dei sindacalisti. Molte attività commerciali hanno abbassato le serrande al passaggio del corteo in segno di solidarietà.

Gli operai hanno marciato con i caschi protettivi, fischietti e striscioni per richiamare l’attenzione pubblica su una situazione per cui la Veco rischia seriamente di chiudere. Almeno questo temono i circa 80 i dipendenti. Alla marcia per salvare la Veco hanno partecipato anche alcuni rappresentanti della proprietà a dimostrare il comune obiettivo. La paura principale degli operai è che l'azienda, dopo la presentazione, da parte di alcuni cittadini, di un ultimo esposto su presunte irregolarità, che ha fatto rimandare la conferenza dei servizi prevista in Regione per lunedì scorso e che avrebbe nei fatti dovuto sbloccare la ripresa dell'attività della fonderia, possa chiudere e i dipendenti possano essere messi in mobilità. «Venerdì abbiamo messo in sicurezza i forni e non sappiamo se lunedì verranno fatti ripartire», sono le considerazioni di un operaio, «sta di fatto che da mesi lavoriamo tre giorni a settimana. La produzione che riusciamo a fare è poca e i clienti scappano non potendo noi offrire garanzie di consegna. Quello che, in piena produzione, facevamo in un giorno adesso lo facciamo in una settimana. Sicuramente, in queste condizioni l’azienda non potrà continuare a produrre, lo spettro della mobilità per tutti i dipendenti è dietro l’angolo». A dare solidarietà agli operai anche diversi rappresentanti sindacali di altre industrie della cittadina, ma anche la locale sezione del Pd con l’ex capogruppo Andrea Buonaspeme che ha marciato insieme agli operai.

Operai che in piazza si sono tolti il caschetto protettivo per sbatterlo a terra a dimostrare la loro rabbia. In piazza anche il sindaco della cittadina Paolo Camaioni. «Manifestazione composta», sono le sue parole, «dignitosa e colorata dei lavoratori della Veco con le due principali organizzazioni sindacali. Legittima mobilitazione per difendere le loro aspettative di continuità occupazionale e chiedere chiarezza agli enti preposti. L'amministrazione comunale è vicina alle loro istanze come pure all'esigenza di tutelare la salute dei cittadini. Mi sono impegnato con i vertici regionali per ottenere la convocazione dell'incontro che si terrà a Pescara presso l'assessorato alle attività produttive il 9 dicembre e che dovrà chiarire importanti aspetti».

Nell’incontro di martedì prossimo a Pescara si spera che diversi dubbi vengano risolti e l’azienda torni a produrre ma tra gli operai i timori sono tanti «Vogliamo sapere se la Veco è in regola oppure no» osserva Giampiero Dozzi (Fiom Cgil), «lo chiediamo alla Regione che deve decidere e che rinvia e, spesso, si contraddice sulla pelle di 80 famiglie». «Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità», aggiunge Antonio Liberatori (Fim Cisl), «bisogna dire basta a questa situazione o la Veco sarà costretta alla chiusura».

Sandro Di Stanislao

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