L’agenzia interinale ci ripensa e dà il posto alla donna incinta

Silvi, dietrofront del datore di lavoro: la futura mamma ottiene il contratto all’ufficio turistico L’azienda: «Non discriminiamo chi è in gravidanza». La Cgil: «Denunciare il caso è servito»

SILVI. Prenderà servizio lunedì allo sportello Iat (informazioni e accoglienza turistica) di Silvi la lavoratrice che alcuni giorni fa si era vista negare lo stesso impiego dall’agenzia interinale alla quale è iscritta perché incinta al quinto mese. L’agenzia in questione, la Gi Group di Pescara, ha dunque fatto dietrofront dopo la denuncia pubblica della Cgil di Teramo, amplificata dai media e ripresa da diverse forze politiche, che avevano chiesto alla Regione (l’ente da cui dipendono gli uffici turistici) di intervenire.

Ieri l’azienda si è fatta viva dopo giorni di silenzio con una nota nella quale respinge l’accusa di «perseguire prassi orientate alla discriminazione di donne in stato di gravidanza» e aggiunge di avere avviato una verifica interna per accertare se «nel corso della vicenda siano emersi comportamenti non coerenti con le procedure e i valori aziendali». In una nota l’agenzia afferma che la scelta dei candidati da inviare in missione è stata fatta «all’interno di un novero di diverse candidature e sulla base di criteri di selezione professionali volti ad accertare la corrispondenza delle competenze al ruolo richiesto». E continua:«Sono 89 le donne in stato di gravidanza in missione presso aziende clienti dall’inizio dell’anno. Inoltre, a conferma dell’attenzione per la questione dell’occupazione femminile, Gi Group, unica agenzia per il lavoro in Italia, ha avviato due anni fa il progetto Moms Work, il primo servizio in Italia completamente dedicato all’intermediazione professionale, al reinserimento e alla valorizzazione professionale delle mamme. Gi Group si sta adoperando nell’interesse della candidata, come del resto avviene quotidianamente con tutti i candidati, a ricercare soluzioni lavorative idonee e coerenti con il profilo professionale della stessa». Alla nota è seguita la nuova convocazione della donna incinta, alla quale sono state prospettate due possibilità d’impiego. Una era quella allo Iat di Silvi, e la signora ha scelto questa.

Monia Pecorale della Funzione pubblica Cgil commenta: «Siamo molto soddisfatti per l’esito positivo della vicenda.Sono stati premiati, questa volta, il coraggio e la determinazione delle donne, a cominciare dalla diretta interessata, che non ha taciuto il sopruso subito. Ringraziamo anche la componente della commissione provinciale pari opportunità Annapaola Mazzone, che ci ha segnalato la vicenda. Vorrei dire alla Gi Group che, se è vero che come azienda non discrimina le donne in gravidanza, allora c’è stata una discriminazione contro la singola persona e questo è altrettanto inaccettabile. La Cgil continuerà a monitorare con attenzione il rispetto, sia nel settore pubblico che privato, delle norme che garantiscono i diritti delle donne lavoratrici .

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