L'inchiesta Caligola blocca l'idrovolante di Giulianova
L'arresto della dirigente regionale Andreola fa slittare il mega progetto del porto
GIULIANOVA. L'inchiesta giudiziaria denominata Caligola, che nel gennaio scorso ha portato a sette arresti coinvolgendo politici, funzionari e imprenditori, blocca il progetto dell'idrovolante che dovrebbe collegare Giulianova con Grecia, Montenegro, Croazia e Albania. La referente del progetto - che ha come capofila la Provincia di Teramo - è, anzi era, Vanna Andreola, dirigente del servizio attività internazionali presso la Regione Abruzzo. Arrestata nell'ambito dell'inchiesta.
Andreola è agli arresti domiciliari all'Aquila insieme al marito. Tra i personaggi coinvolti nella vicenda spicca il nome di Lamberto Quarta, ex segretario della Regione quando il governatore era Del Turco. Si tratterebbe, secondo l'accusa, di un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione aggravata. In sostanza: appalti assegnati a determinate società in cambio di assunzioni e favori. Una cosa va chiarita subito, e cioè che l'inchiesta non ha nulla a che vedere con l'idrovolante di Giulianova anche se i soldi degli appalti che secondo l'accusa sarebbero stati assegnati in modo illecito sono quelli del programma di cooperazione trasfrontaliera Ipa Adriatico 2007-2013: lo stesso programma europeo che finanzia il progetto giuliese.
L'assessore provinciale Davide Calcedonio Di Giacinto, che si occupa in prima persona dell'idrovolante, spiega: «È tutto fermo perché l'inchiesta che ha toccato Vanna Andreola e il suo staff ha scombussolato tutto. Andreola era il massimo referente di quel progetto a livello europeo. Dopo gli arresti l'Unione europea ha mandato gli ispettori e il ministero ha dovuto attivare un fondo di garanzia».
Secondo quanto lo stesso Di Giacinto e il presidente Valter Catarra annunciarono in conferenza stampa nel settembre scorso, il collegamento via idrovolante sarebbe entrato a regime nel 2013 ma già quest'estate sarebbero cominciati dei voli di prova. Il punto è che per far ammarare degli idrovolanti nel porto di Giulianova sono necessari dei lavori. Che la Provincia, al momento, non può appaltare. Di Giacinto: «Ci hanno detto di andare avanti e di spendere quel poco che ci serve per tenere in vita l'attività preparatoria del progetto, ma ci hanno anche detto che sugli investimenti dovevamo avere pazienza. La Regione, infatti, deve avere dall'Europa e dal ministero il via libera per nominare un nuovo responsabile dell'attività di gestione».
È evidente che, se la vicenda non si sblocca subito, riuscire a fare i voli di prova già quest'estate sarà impossibile. Di Giacinto prova a essere ottimista: «Se sbloccano la situazione noi possiamo fare subito la gara, i due milioni e mezzo necessari ce li abbiamo. Io dico che il progetto si farà, la vicenda giudiziaria ne ritarderà di qualche mese l'esecuzione ma si farà».
Il progetto si chiama "Adri-Seaplanes" e si propone di unire le due sponde dell'Adriatico con collegamenti veloci e a basso impatto ambientale. Le rotte - oltre a Giulianova - raggiungeranno Corfù, Valona, Bar, Pola e Brindisi. Per attivare il collegamento sarà necessario costruire, in prossimità del porto giuliese, una banchina d'attracco per idrovolanti simile a quella che si trova a Dubrovnik, in Croazia. I velivoli utilizzati saranno da 19 posti. (red.te)
Andreola è agli arresti domiciliari all'Aquila insieme al marito. Tra i personaggi coinvolti nella vicenda spicca il nome di Lamberto Quarta, ex segretario della Regione quando il governatore era Del Turco. Si tratterebbe, secondo l'accusa, di un'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione aggravata. In sostanza: appalti assegnati a determinate società in cambio di assunzioni e favori. Una cosa va chiarita subito, e cioè che l'inchiesta non ha nulla a che vedere con l'idrovolante di Giulianova anche se i soldi degli appalti che secondo l'accusa sarebbero stati assegnati in modo illecito sono quelli del programma di cooperazione trasfrontaliera Ipa Adriatico 2007-2013: lo stesso programma europeo che finanzia il progetto giuliese.
L'assessore provinciale Davide Calcedonio Di Giacinto, che si occupa in prima persona dell'idrovolante, spiega: «È tutto fermo perché l'inchiesta che ha toccato Vanna Andreola e il suo staff ha scombussolato tutto. Andreola era il massimo referente di quel progetto a livello europeo. Dopo gli arresti l'Unione europea ha mandato gli ispettori e il ministero ha dovuto attivare un fondo di garanzia».
Secondo quanto lo stesso Di Giacinto e il presidente Valter Catarra annunciarono in conferenza stampa nel settembre scorso, il collegamento via idrovolante sarebbe entrato a regime nel 2013 ma già quest'estate sarebbero cominciati dei voli di prova. Il punto è che per far ammarare degli idrovolanti nel porto di Giulianova sono necessari dei lavori. Che la Provincia, al momento, non può appaltare. Di Giacinto: «Ci hanno detto di andare avanti e di spendere quel poco che ci serve per tenere in vita l'attività preparatoria del progetto, ma ci hanno anche detto che sugli investimenti dovevamo avere pazienza. La Regione, infatti, deve avere dall'Europa e dal ministero il via libera per nominare un nuovo responsabile dell'attività di gestione».
È evidente che, se la vicenda non si sblocca subito, riuscire a fare i voli di prova già quest'estate sarà impossibile. Di Giacinto prova a essere ottimista: «Se sbloccano la situazione noi possiamo fare subito la gara, i due milioni e mezzo necessari ce li abbiamo. Io dico che il progetto si farà, la vicenda giudiziaria ne ritarderà di qualche mese l'esecuzione ma si farà».
Il progetto si chiama "Adri-Seaplanes" e si propone di unire le due sponde dell'Adriatico con collegamenti veloci e a basso impatto ambientale. Le rotte - oltre a Giulianova - raggiungeranno Corfù, Valona, Bar, Pola e Brindisi. Per attivare il collegamento sarà necessario costruire, in prossimità del porto giuliese, una banchina d'attracco per idrovolanti simile a quella che si trova a Dubrovnik, in Croazia. I velivoli utilizzati saranno da 19 posti. (red.te)
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