L'INCHIESTA

La casa per le vacanze non c’è: truffata coppia teramana 

Raggiro online: i fidanzati pagano un anticipo di 400 euro per due settimane in Sardegna ma l’affittuario sparisce e i soldi accreditati su una carta postale risultata disattivata

TERAMO. La regola principale, ripetono le forze dell’ordine, è quella di diffidare sempre dei prezzi stracciati. Il primo segnale che c’è qualche cosa che non va è proprio il prezzo. I truffatori, infatti, di solito chiedono una caparra spesso da accreditare su carta postale. Ma nonostante il raggiro sia uno dei più frequenti nella galassia dell’online, le vittime continuano a non mancare. Come i due fidanzati teramani che pensavano di aver fatto l’affare per le vacanze estive prenotando un alloggio in Sardegna e che invece si sono ritrovati con niente.

O meglio con la certezza di essere stati raggirati visto che, dopo aver bloccato la fantomatica offerta versando una caparra di 400 euro su un costo finale di 800 per un soggiorno di due settimane, si sono ritrovati con nulla in mano visto che alle successive richieste di chiarimenti nessuno ha più risposto: in prossimità della partenza e quindi della necessità di poter contare su riferimenti precisi per chiavi e altro, tutti i contatti sono risultatati disattivati a cominciare dall’indirizzo email usato dai truffatori. Anche la carta postale su cui è stato fatto il versamento è risultata disattivata.
I fidanzati hanno presentato una denuncia, già approdata negli uffici della Procura teramana con tanto di fascicolo aperto contro ignoti, che daranno vita all’ennesima inchiesta su una truffa informatica con gli autori sempre più difficili da individuare proprio perchè nella galassia online intervenire per bloccare non è mai semplice.

Da tempo le forze dell’ordine, in particolare la polizia postale, lanciano appelli ad usare sempre accortezza con il web. In particolare nel periodo dell’anno in cui si pianificano le vacanze e ci si mette alla ricerca di una sistemazione affidandosi a internet, ci sono alcune regole d’oro da rispettare perché è sempre in agguato il pericolo dei raggiri. Per sciogliere ogni dubbio, ricordano sempre gli esperti del centro operati della direzione regionale della polizia postale e della sicurezza cibernetica guidata da Elisabetta Narciso, meglio contattare le associazioni sul posto e assicurarsi che la casa sia davvero in affitto, chiedere sempre un numero di telefono fisso e non accontentarsi del cellulare. Vietato mandare le credenziali bancarie via mail, se non si vuole restare vittima di phishing . Laddove è possibile si dovrebbe incontrare l’inserzionista, per verificare che sia tutto regolare, visitando la casa e consegnando di persona l’importo dovuto. Non vanno mai inviati i documenti personali e quindi carta di identità, patente o passaporto, perché potrebbero essere usati per fini poco leciti. E i pagamenti vanno eseguiti solo «su Iban o con metodi di pagamento tracciato. L’Iban deve essere riconducibile a un conto corrente italiano, verificabile attraverso “Iban calcutator”». E soprattutto, a ogni minimo dubbio, mai inviare soldi.
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