La difesa di Parolisi contro la pista dei trans

L'avvocato Biscotti sui messaggi del caporale: «Sono irrilevanti ai fini del processo»
TERAMO. «Processualmente irrilevante». Con queste due parole, in modo lapidario, l'avvocato Valter Biscotti spiega in che modo la difesa di Salvatore Parolisi valuta la questione dei contatti via internet tra il loro assistito e alcuni transessuali, avvenuti sia prima che dopo l'omicidio di Melania Rea.
La novità è emersa negli ultimi giorni grazie agli accertamenti effettuati dai carabinieri del Ros sull'hard disk del personal computer del caporal maggiore. Il computer di Salvatore Parolisi svela che persino la mattina del 20 aprile, due giorni dopo il delitto e mentre tutti cercavano Melania, il cui cadavere sarebbe stato ritrovato nel pomeriggio a Ripe di Civitella, il marito della vittima chattava con i trans. Nei giorni e nei mesi precedenti ci sarebbero stati non solo diversi contatti in chat, ma anche collegamenti a siti web pornografici, sempre con transessuali come protagonisti.
La scoperta di tali frequentazioni telematiche ha spinto il legale della famiglia Rea Mauro Gionni a dichiarare: «Se Melania avesse scoperto quei contatti sul pc del marito, proprio questo potrebbe esserle stato fatale. Forse ha minacciato il marito di riferirlo all'esercito, con la conseguenza che Parolisi avrebbe perso il posto di lavoro».
Il legale dei Rea si spinge dunque a ritenere la questione transessuali importante, forse determinante per il movente. La procura di Teramo, probabilmente, la ritiene utile per delineare il ritratto di un matrimonio ormai a pezzi e di un imputato - Parolisi, appunto - che dopo la scomparsa della moglie ha dei comportamenti quantomeno inquietanti. La difesa dell'unico indagato per il delitto, invece, la sminuisce del tutto.
«È processualmente irrilevante, e non aggiungo altro. Gionni? Può dire quel che vuole». Così, seccamente, Valter Biscotti ieri al telefono. Biscotti, insieme ai colleghi Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, ha altri aspetti dell'inchiesta in mente. In primis la perizia medico-legale che fissa l'ora della morte di Melania; e poi i movimenti di Parolisi e della moglie il 18 aprile così come registrati dai telefonini, oggetto di un'altra consulenza della procura.
Su questi capisaldi dell'accusa la difesa di Parolisi intende chiedere delle nuove perizie, in modo da cercare di sbriciolarli. Entro martedì prossimo i legali di Parolisi dovrebbero depositare all'ufficio gip del tribunale di Teramo una richiesta di giudizio abbreviato condizionato proprio a queste due perizie.
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