La Perla chiude, 81 senza lavoro
Produzione spostata da Roseto alla Puglia, domani picchetto in azienda
ROSETO. La Perla chiude lo stabilimento di Roseto. Lo ha annunciato la multinazionale ai sindacati, mercoledì scorso. La Perla non delocalizza la produzione in qualche Paese dell'Est, ma sposta semplicemente lo stabilimento in Puglia. Immediata la reazione dei sindacati: lunedì mattina si terrà un picchetto di fronte all'azienda, a Santa Lucia.
«Tale decisione», si legge in una nota di Femca Cisl, Filctem Cgil e Uilta Uil, «è stata immediatamente e fermamente respinta dalle forze sindacali che hanno ricordato come l'accordo sottoscritto al ministero del Lavoro il 6 aprile 2009 ed il piano industriale presentato solo 16 mesi fa dalla stessa direzione aziendale avevano fissato per mantenere lo stabilimento di Roseto. Gli obiettivi, grazie all'impegno convito e partecipato delle lavoratrici e dei lavoratori, sono stati pienamente raggiunti e riconosciuti dalla stessa azienda. Nonostante questo a causa di difficoltà finanziarie dovute solamente ad incapacità del management aziendale, oggi vengono comunicate non solo la chiusura ma il licenziamento di 81 lavoratori».
Attualmente 58 lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria, a rotazione. Ma adesso perderanno definitivamente il posto. «Le lavoratrici ed i lavoratori dello stabilimento La Perla di Roseto», continuano i sindacati, «riuniti in assemblea il 17 settembre dopo un confronto preoccupato e in alcune fasi drammatico, hanno proclamato un pacchetto di 40 ore di sciopero a partire da lunedì. E' una prima risposta per chiedere all'azienda di ritirare il proprio progetto e produrne un altro che garantisca una continuità di occupazione e reddito. Verrà inoltre richiesta alle istituzioni comunali, provinciali e regionali la convocazione dell'azienda e dei lavoratori».
Martedì alle 9 si terrà un incontro fra direzione aziendale e sindacati, che continuano a sostenere che il gruppo bolognese è nelle condizioni di tenere aperto lo stabilimento di Roseto, invece di aprirne uno nuovo in Puglia. (a.f.)
«Tale decisione», si legge in una nota di Femca Cisl, Filctem Cgil e Uilta Uil, «è stata immediatamente e fermamente respinta dalle forze sindacali che hanno ricordato come l'accordo sottoscritto al ministero del Lavoro il 6 aprile 2009 ed il piano industriale presentato solo 16 mesi fa dalla stessa direzione aziendale avevano fissato per mantenere lo stabilimento di Roseto. Gli obiettivi, grazie all'impegno convito e partecipato delle lavoratrici e dei lavoratori, sono stati pienamente raggiunti e riconosciuti dalla stessa azienda. Nonostante questo a causa di difficoltà finanziarie dovute solamente ad incapacità del management aziendale, oggi vengono comunicate non solo la chiusura ma il licenziamento di 81 lavoratori».
Attualmente 58 lavoratori sono in cassa integrazione straordinaria, a rotazione. Ma adesso perderanno definitivamente il posto. «Le lavoratrici ed i lavoratori dello stabilimento La Perla di Roseto», continuano i sindacati, «riuniti in assemblea il 17 settembre dopo un confronto preoccupato e in alcune fasi drammatico, hanno proclamato un pacchetto di 40 ore di sciopero a partire da lunedì. E' una prima risposta per chiedere all'azienda di ritirare il proprio progetto e produrne un altro che garantisca una continuità di occupazione e reddito. Verrà inoltre richiesta alle istituzioni comunali, provinciali e regionali la convocazione dell'azienda e dei lavoratori».
Martedì alle 9 si terrà un incontro fra direzione aziendale e sindacati, che continuano a sostenere che il gruppo bolognese è nelle condizioni di tenere aperto lo stabilimento di Roseto, invece di aprirne uno nuovo in Puglia. (a.f.)
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