La procura sequestra il palazzo di vetro

L'accusa: l'imprenditore Zuccarini lo costruisce con una licenza edilizia di 16 anni fa
TERAMO. A sedici anni dalla concessione della licenza edilizia, il palazzo di vetro ancora incompiuto tra l'hotel Michelangelo e ponte San Gabriele è stato sequestrato dalla magistratura. Ieri mattina agenti della Forestale hanno messo i sigilli alla struttura di proprietà dell'immobiliarista Antonio Zuccarini.
Il palazzo, destinato ad ospitare negozi, uffici e ambulatori medici, è al centro di un'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Stefano Giovagnoni. Al momento gli indagati sono quattro: oltre a Zuccarini, tre persone a vario titolo responsabili dei lavori. Tutti sono accusati di abuso edilizio. Il pm Giovagnoni ha chiesto il sequestro dell'immobile, che è stato accordato dal gip Marina Tommolini. Si tratta di un sequestro preventivo, volto cioé ad evitare la conclusione dei lavori e quindi il compimento definitivo del reato.
LAVORI FERMI. Il cantiere, in ogni caso, era fermo da mesi. Da quando, cioè, Zuccarini ha ricevuto l'avviso di garanzia. Sentito dagli inquirenti, il proprietario dell'area ha detto chiaramente di non aver alcuna intenzione di procedere con i lavori fin quando non si fosse chiarita la situazione. E infatti ha fermato l'impresa, che doveva realizzare le rifiniture interne ed esterne. La procura, però, ha ritenuto di procedere lo stesso al sequestro.
LE ACCUSE. Ma perché ci sarebbe un abuso edilizio nella realizzazione del palazzo di vetro? Secondo l'accusa, per due motivi. Primo, le cubature sarebbero in eccesso rispetto al dovuto. Secondo, non sarebbe valido il titolo rilasciato dal Comune per autorizzare la costruzione. L'accusa ipotizza che per la costruzione dell'edificio commerciale siano state abusivamente utilizzate due particelle catastali già impiegate per l'hotel Michelangelo e una già utilizzata per la strada pubblica verso Villa Albula. Quanto alla licenza edilizia rilasciata dal Comune, risale addirittura al 1994. La norma prevede che chi ottiene una licenza edilizia debba cominciare i lavori entro un anno e debba concluderli entro tre. Questo non è ovviamente avvenuto. Nel frattempo il Comune ha più volte prorogato la validità dell'originaria licenza, anche attraverso varianti urbanistiche, ma secondo gli inquirenti varianti e proroghe non sanerebbero il vizio iniziale: tutto sarebbe invalidato, a catena, perché il titolo originario era scaduto e quindi illegittimo.
LA DIFESA. Zuccarini è pronto a difendersi sostenendo che con tutti questi problemi - risalenti agli anni '90 e ai primi anni 2000 - lui non c'entra nulla. L'immobiliarista, infatti, ha comprato il terreno a ridosso di ponte San Gabriele nel 2006. Con il terreno ha ereditato il progetto del palazzo (i cui lavori erano già iniziati, e non sono stati cambiati rispetto al piano iniziale) e ovviamente la concessione edilizia, che a lui risultava legittima. I colpevoli dell'eventuale abuso, secondo questa tesi, sarebbero altri. Ma per loro, a questo punto, visto il tempo trascorso sarebbe scattata la prescrizione dei reati. Per questo la procura non avrebbe indagato nessuno negli uffici comunali per l'abuso d'ufficio che avrebbe originato l'abuso edilizio.
Il palazzo, destinato ad ospitare negozi, uffici e ambulatori medici, è al centro di un'inchiesta condotta dal sostituto procuratore Stefano Giovagnoni. Al momento gli indagati sono quattro: oltre a Zuccarini, tre persone a vario titolo responsabili dei lavori. Tutti sono accusati di abuso edilizio. Il pm Giovagnoni ha chiesto il sequestro dell'immobile, che è stato accordato dal gip Marina Tommolini. Si tratta di un sequestro preventivo, volto cioé ad evitare la conclusione dei lavori e quindi il compimento definitivo del reato.
LAVORI FERMI. Il cantiere, in ogni caso, era fermo da mesi. Da quando, cioè, Zuccarini ha ricevuto l'avviso di garanzia. Sentito dagli inquirenti, il proprietario dell'area ha detto chiaramente di non aver alcuna intenzione di procedere con i lavori fin quando non si fosse chiarita la situazione. E infatti ha fermato l'impresa, che doveva realizzare le rifiniture interne ed esterne. La procura, però, ha ritenuto di procedere lo stesso al sequestro.
LE ACCUSE. Ma perché ci sarebbe un abuso edilizio nella realizzazione del palazzo di vetro? Secondo l'accusa, per due motivi. Primo, le cubature sarebbero in eccesso rispetto al dovuto. Secondo, non sarebbe valido il titolo rilasciato dal Comune per autorizzare la costruzione. L'accusa ipotizza che per la costruzione dell'edificio commerciale siano state abusivamente utilizzate due particelle catastali già impiegate per l'hotel Michelangelo e una già utilizzata per la strada pubblica verso Villa Albula. Quanto alla licenza edilizia rilasciata dal Comune, risale addirittura al 1994. La norma prevede che chi ottiene una licenza edilizia debba cominciare i lavori entro un anno e debba concluderli entro tre. Questo non è ovviamente avvenuto. Nel frattempo il Comune ha più volte prorogato la validità dell'originaria licenza, anche attraverso varianti urbanistiche, ma secondo gli inquirenti varianti e proroghe non sanerebbero il vizio iniziale: tutto sarebbe invalidato, a catena, perché il titolo originario era scaduto e quindi illegittimo.
LA DIFESA. Zuccarini è pronto a difendersi sostenendo che con tutti questi problemi - risalenti agli anni '90 e ai primi anni 2000 - lui non c'entra nulla. L'immobiliarista, infatti, ha comprato il terreno a ridosso di ponte San Gabriele nel 2006. Con il terreno ha ereditato il progetto del palazzo (i cui lavori erano già iniziati, e non sono stati cambiati rispetto al piano iniziale) e ovviamente la concessione edilizia, che a lui risultava legittima. I colpevoli dell'eventuale abuso, secondo questa tesi, sarebbero altri. Ma per loro, a questo punto, visto il tempo trascorso sarebbe scattata la prescrizione dei reati. Per questo la procura non avrebbe indagato nessuno negli uffici comunali per l'abuso d'ufficio che avrebbe originato l'abuso edilizio.
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