Lettere di mitomani contro Parolisi

La procura identifica venti autori che ora rischiano una denuncia per falso
TERAMO. C'è chi lo ha visto nel bosco di Ripe, chi fuggire in auto, chi salire su un bus e chi nascondere qualcosa a Colle San Marco: l'eco mediatica dell'omicidio Rea è tutta in quelle venti lettere di mitomani che hanno costellato i sette mesi di indagini della procura teramana. Ma in un'inchiesta così complessa, investigatori e inquirenti non hanno tralasciato nemmeno chi, mentendo palesemente, annunciava rivelazioni eclatanti: sono riusciti ad identificarli, a sentirli, a capire che dietro quelle frasi scritte a penna su fogli bianchi non c'era niente di fondato, ma solo sintesi ed ipotesi lette sui giornali o ascoltate nei tanti programmi televisivi che per mesi hanno raccontato il delitto di Melania Rea. Ora tutti rischiano una denuncia per falso.
Ieri mattina, intanto, i carabinieri del Ros hanno riconsegnato ai pm Greta Aloisi e Davide Rosati gli ultimi accertamenti fatti sull'hard disck del computer di Ludovica, la soldatessa amante di Salvatore Parolis, il marito di Melania accusato di aver ucciso la moglie con 35 coltellate. Gli accertamenti hanno permesso di accertare la cancellazione di alcuni messaggi inviati dal caporal maggiore alla ragazza prima del delitto. Martedì a Parolisi è stato notificato il decreto di giudizio immediato. I due reati e le quattro aggravanti contestati nel provvedimento, firmato dal gip Giovanni de Rensis che ha accolto la richiesta della procura, sono da ergastolo: omicidio aggravato dal fatto di averlo commesso sul coniuge e dalla minorata difesa della vittima; vilipendio e deturpamento di cadavere. Niente premeditazione, niente concorso: scompare l'ombra del complice che torna a deturpare il corpo della vittima con la svastica sulla coscia e la siringa conficcata sul seno per depistare.
Ora i legali del caporal maggiore hanno 15 giorni di tempo per chiedere l'abbreviato. Un rito che, in caso di condanna, consente di avere la riduzione di un terzo della pena. Nei giorni scorsi gli avvocati Valter Biscotti, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato hanno ventilato l'ipotesi di ricorrere ad un abbreviato condizionato a due perizie sull'ora della morte e sul telefono cellulare della vittima. Se non ci dovesse essere la richiesta di un abbreviato, il processo a Parolisi inizierà il 27 febbraio.
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