Litiga e lancia un vaso all'ex marito condannata a tre mesi a Teramo
Il fatto è avvenuto nello studio del professionista davanti agli occhi del loro bambino
TERAMO. Si era presentata nello studio del suo ex marito e, alla presenza del figlioletto, aveva lanciato un vaso fuori dalla finestra (con il rischio di colpire qualcuno) e chiuso nello sgabuzzino l'assistente dell'uomo intervenuta per cercare di calmarla. E' finita con una condanna a tre mesi e 15 giorni la vicenda di una giovane madre teramana imputata per danneggiamento e violenza personale (della donna non citiamo le generalità per tutelare il minore).
La sentenza è stata emessa dal giudice Massimo Biscardi. Una vicenda epilogo dell'ennesimo caso di una separazione difficile che ancora una volta si consuma davanti a bambini. Protagonisti loro malgrado. Anche in questo caso. La vicenda risale a qualche anno fa. La donna (assistita dall'avvocato Manola Di Pasquale) è finita davanti al giudice dopo la denuncia dell'ex marito e dell'assistente (entrambi costituitisi parte civile e rappresentati dagli avvocati Valeria Vanni e Monica Passamonti). Secondo la ricostruzione fatta in aula la donna si è presentata nello studio del marito (un professionista teramano) protestando perchè il figlio era andato a trovarlo con la baby sitter senza che lei fosse stata avvertita di ciò. Tra l'uomo e la donna ci sarebbero stati prima insulti e poi, in un crescendo, una esplosione di rabbia che avrebbe portato la giovane madre a prendere un vaso che era su un tavolo e a lanciarlo dalla finestra aperta nella strada sottostante con il rischio di poter colpire qualcuno. Non solo. Sempre secondo l'accusa, inoltre, la donna avrebbe chiuso in uno sgabuzzino l'assistente del marito intervenuta per cercare di riportare un po' di calma.
Un episodio al termine del quale sia l'ex marito sia l'assistente avevano presentato denuncia innescando un'indagine che ha portato all'iscrizione della donna nel registro degli indagati con l'accusa di danneggiamento e violenza personale.
Nel corso del processo sono stati ascoltati vari testimoni che in aula hanno ricostruito quell'episodio avvenuto nello studio professionale dell'uomo, ma anche il clima di tensione che c'era tra i due ex coniugi all'indomani della separazione. Il processo si è concluso con la condanna della donna e con il risarcimento delle parti civili. Una condanna che molto probabilmente verrà impugnata in appello. (d.p.)
La sentenza è stata emessa dal giudice Massimo Biscardi. Una vicenda epilogo dell'ennesimo caso di una separazione difficile che ancora una volta si consuma davanti a bambini. Protagonisti loro malgrado. Anche in questo caso. La vicenda risale a qualche anno fa. La donna (assistita dall'avvocato Manola Di Pasquale) è finita davanti al giudice dopo la denuncia dell'ex marito e dell'assistente (entrambi costituitisi parte civile e rappresentati dagli avvocati Valeria Vanni e Monica Passamonti). Secondo la ricostruzione fatta in aula la donna si è presentata nello studio del marito (un professionista teramano) protestando perchè il figlio era andato a trovarlo con la baby sitter senza che lei fosse stata avvertita di ciò. Tra l'uomo e la donna ci sarebbero stati prima insulti e poi, in un crescendo, una esplosione di rabbia che avrebbe portato la giovane madre a prendere un vaso che era su un tavolo e a lanciarlo dalla finestra aperta nella strada sottostante con il rischio di poter colpire qualcuno. Non solo. Sempre secondo l'accusa, inoltre, la donna avrebbe chiuso in uno sgabuzzino l'assistente del marito intervenuta per cercare di riportare un po' di calma.
Un episodio al termine del quale sia l'ex marito sia l'assistente avevano presentato denuncia innescando un'indagine che ha portato all'iscrizione della donna nel registro degli indagati con l'accusa di danneggiamento e violenza personale.
Nel corso del processo sono stati ascoltati vari testimoni che in aula hanno ricostruito quell'episodio avvenuto nello studio professionale dell'uomo, ma anche il clima di tensione che c'era tra i due ex coniugi all'indomani della separazione. Il processo si è concluso con la condanna della donna e con il risarcimento delle parti civili. Una condanna che molto probabilmente verrà impugnata in appello. (d.p.)
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