TERAMO
Mal di testa, al Mazzini due cure all’avanguardia
Il centro di terapia del dolore è fra i primi in Italia ad applicare una metodica che anestetizza un ganglio nervoso e una che usa l’elettrostimolazione
TERAMO. Due nuove armi per combattere il mal di testa. Sono quelle a disposizione del centro di terapia del dolore del Mazzini che, uno dei pochi in Italia, le sta applicando dagli inizi di settembre. La prima metodica è indicacata per il dolore facciale atipico, per alcune nevralgie del trigemino e per le cefalee a grappolo.
«Si basa su un dispositivo intranasale e su un anestetico locale che, a percentuali molto ridotte, va a inibire l'iperattività del ganglio sfenopalatino, che in alcuni causi è la causa di un dolore atipico che si automantiene e non risponde a trattamenti farmacologici», spiega Roberto Berrettoni, responsabile del centro di terapia del dolore, «la applichiamo a coloro che non hanno avuto successo con altri tipi di terapia. Sono pazienti che soffrono di un dolore invalidante, continuo, fastidiosissimo, anche se non necessariamente inteso: come tutte le nevralgie dà picchi insopportabili». Un altro campo di applicazione, ad esempio, è su pazienti che hanno fatto impianti dentali e hanno sviluppato dolori particolari.
Il sistema è tutto sommato semplice. «E’ una siringa che si inserisce dal naso, ha un becco di plastica morbida che inietta l’anestetico locale. Blocca l'iperattività del ganglio e l’effetto dura per uno a due giorni, poi si deve ripetere. Un protocollo in media prevede 7-8 applicazioni», continua il responsabile dell’unità operativa semplice di terapia del dolore, «è una metodica nuova che sta usando anche qualche altro centro in Italia. Prima era applicata con un batuffolo di ovatta dagli otorini, in maniera piuttosto empirica, ora più specifica».
Un’altra nuova arma è la metodica Pens, cioè un’elettrostimolazione percutanea mediante elettrodi particolari che agisce su zone di dolore neuropatico che non risponde ad altri trattamenti, come cicatrici chirurgiche dolorose o la nevralgia di Arnold che è un tipo di cefalea caratterizzata ricorrenti crisi dolorose acute intense causata dall’irritazione dei nervi grande e piccolo occipitale di Arnold. «In sostanza usiamo un ago elettrificato che agisce sui nervi danneggiati: è una sorta di anestesia elettrica. Si ripete dopo tre-sei mesi in genere», spiega Berrettoni, «entrambe le metodiche abbiamo iniziato ad applicarle a settembre, fra i pochi centri in Italia. Per entrambe abbiamo una buona casistica. Si sommano a tutte le altre terapie in uso nel nostro centro, come la radiofrequenza pulsata e lesiva. Di quest’ultima abbiamo una casistica ampia, visto che la pratichiamo da 10 anni: sono oltre 600 i casi trattati, con una percentuale di successo intorno all'80%). Poi c’è la radiofrequenza Palisade che si usa soprattutto per sacroileiti diffuse che consiste nell'applicazione contemporanea di cinque aghi in radiofrequenza che si stimolano in maniera alternata».
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