durante l'omelia
Messa “agitata” a Teramo, giovane arabo polemizza col prete
Il sacerdote invita i fedeli a difendere il cattolicesimo, il ragazzo prende il microfono per rispondere ma viene zittito
TERAMO. Non è un periodo semplice per la convivenza fra diverse etnie e religioni. Gli attentati dell’Is hanno creato uno stato di allerta diffuso e di conseguenza tensioni. Anche nella tranquilla Teramo, durante l’affollata messa domenicale al Cuore Immacolato di Maria.
La funzione delle 11,30 è stata celebrata da un padre passionista in quanto il parroco, don Davide Panetta, era intento nelle confessioni.
Il frate, durante l’omelia, ha invitato i cattolici ad essere più fermi nel difendere la propria religione. Facendo notare che i cattolici accettano, ad esempio, che il crocefisso venga tolto dalle aule per rispetto nei confronti degli alunni di altre religioni, mentre quando i cattolici vanno nei Paesi musulmani sono costretti a rispettare i precetti di quella religione, ad esempio le donne devono coprire il volto. Insomma, il celebrante ha colto l’occasione per invitare i fedeli a riaffermare le origine cristiane soprattutto in periodo natalizio. A dire il vero non ha parlato solo dei musulmani ma ha fatto un accenno anche all’ideologia gender.
Le parole del frate hanno colpito un ragazzo, di origini arabe, che assisteva alla messa. Fatto sta che alla fine della funzione il ragazzo ha voluto dire la sua. E l’ha fatto ad alta voce, afferrando un microfono, fra lo stupore di tutti i fedeli.
«Prima del canto finale», racconta Nicola Di Prospero, che ha assistito alla scena, «un ragazzo, probabilmente passato dalla sagrestia, ha afferrato il microfono usato per la preghiera dei fedeli dicendo che voleva rispondere al sacerdote, che “non è vero che noi non siamo rispettosi, che Dio è uno solo”. Poi qualcuno ha spento l’amplificazione del microfono, una signora gli si è avvicinata, gli ha parlato e si è calmato. Ha chiesto scusa, dicendo che ha deciso di farlo alla fine della messa per non dare fastidio».
Don Davide non ha assistito alla scena perché era nel confessionale. «Ma voglio capire bene quel che è accaduto», osserva il parroco, «perché pare che il giovane si sia messo in fila e abbia fatto anche la comunione. Avrebbe detto a chi celebrava che voleva rispondergli proprio in quel frangente. Poi si è impossessato del microfono e questo non va bene. Ci sono degli aspetti inquietanti che voglio chiarire». (a.f.)
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