SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Morta al luna park, perizia sulla giostra killer
Il dramma della giovane mamma Francesca Galazzo, inchiesta per omicidio colposo: sotto accusa il malfunzionamento di un roll bar di sicurezza. La testimonianza dell'amica: Francesca stava tentando di tirare indietro una gamba scivolata all'esterno della capsula e la protezione si è aperta. La famiglia: non si è tolta le cinture di sicurezza da sola
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Era andata al luna park di San Benedetto del Tronto per far divertire il figlioletto di due anni. E ieri sera ha ceduto alla tentazione di provare il brivido del volo verso le stelle salendo su quella "palla" che viene scagliata in cielo, lo Sling Shot, una via di mezzo tra una fionda e una catapulta capace di "sparare" la cabina a 55 metri di altezza in un secondo. Un desiderio realizzato che per Francesca Galazzo, 27 anni, è stato fatale.
Qualcosa nei sistemi di sicurezza cui era stata agganciata la giostra non ha funzionato e più o meno alla metà del minuto previsto per compiere l'evoluzione, la donna è scivolata fuori dalla capsula gravitazionale, è precipitata nel vuoto ed è morta a causa dei politraumi riportati. Si è spenta così la vita di una ragazza per la quale ora la famiglia chiede giustizia. A questo mira l'inchiesta aperta dalla Procura di Ascoli Piceno. Il sostituto Mara Flaiani indaga per omicidio colposo, per il momento a carico di ignoti, ma sono diverse le figure che hanno avuto a che fare con l'attrazione, a cominciare da chi l'ha progettata, chi l'ha costruita, chi l'ha gestita e chi ha rilasciato le autorizzazioni.
La famiglia non crede all'ipotesi che Francesca, presa dal panico, si sia sganciata da sola, visto che il rollbar e la cintura di sicurezza non lo consentivano con la giostra in movimento. «Non dite che è andata nel panico perché mia figlia non era certamente il tipo», ha detto la madre Leonella fra le lacrime. A darle ragione c'è la testimonianza dell'amica, salita con lei sullo lo Sling Shot. Alla polizia ha riferito che mentre Francesca tentava di tirare indietro una gamba scivolata all'esterno della capsula, che stava muovendosi in posizione verticale, il rollbar appoggiato al petto si sarebbe aperto. La 27enne ha cercato di rimanervi agganciata, ma ha perso la presa quando la capsula ha ruotato su se stessa di 360 gradi.
A quel punto nemmeno la cintura di sicurezza è riuscita ad evitare che scivolasse fuori precipitando nel vuoto. La magistratura disporrà una consulenza tecnica sul macchinario, subito sequestrato. Una giostra 'estremà che aveva fatto già un'altra vittima il 26 aprile 2010: Laura Cristofoletto, 46 anni, originaria di Trento ma residente a Treviso, era morta d'infarto durante il lancio della capsula nel parco tematico dell'Italia in miniatura di Rimini. La titolare del gioco non si capacita del fatto che entrambe le protezioni abbiamo ceduto e assicura che la giostra era stata collaudata ai primi di giugno ed era tutto a posto. Tutto il luna park oggi è chiuso per lutto in un silenzio che non si addice ad un parco divertimenti.
«È inaccettabile morire così», dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi, che chiede «controlli a tappeto su luna park stabili e giostre itineranti in tutta Italia». San Benedetto è una città in lutto. «Preghiamo per questa ragazza e per il suo bambino» ha detto da Fatima il vescovo Carlo Bresciani. Al dolore dei familiari si è unito a nome di tutta la città il sindaco Pasqualino Piunti: «è una tragedia immane che colpisce tutta la nostra comunità» ha detto il primo cittadino. Domani o martedì verrà eseguita l'autopsia sul corpo di Francesca, poi potranno essere celebrati i funerali.