Niente sfratto all'Italfabbricati di Atri ma i 107 operai sono già a spasso

Salta la restituzione del terreno agli eredi della famiglia Pretaroli, originaria di Chieti. L'azienda rischia l'esproprio, ma i lavoratori sono già in prelicenziamento

ATRI. E’ una partita a scacchi. Si susseguono mosse e contromosse nel caso della Italprefabbricati. Ieri mattina era il giorno della restituzione del terreno agli eredi Pretaroli. Un accesso, quello dell’ufficiale giudiziario, concordato con la stessa azienda specializzata nella produzione di manufatti in cemento.

Ma ieri mattina nella fabbrica di Atri che sorge su una fetta di un terreno la cui proprietà è stata riconosciuta alla famiglia di Chieti dopo 35 anni di battaglie giudiziarie, la famiglia Pretaroli non c’era, per cui la reimmissione in possesso non è avvenuta. L’avvocato dei Pretaroli, Vittorio Supino, ha comunicato l’indisponibilità a essere presenti, ricordando come da dicembre scorso tutti i tentativi fatti dall’ufficiale giudiziario siano stati bloccati e ora, paradossalmente, la stessa azienda concorda l’accesso dell’ufficiale giudiziario. Una prassi inconsueta - osserva il legale - in cui il creditore che procede rimane estraneo alla procedura che invece viene concordata con l’esecutato. Comunque sia, i Pretaroli - il legale fa notare come il terreno da restituire ieri si presentasse ingombro di materiale - non sono disponibili all’immissione in possesso prima del 24 maggio.

Secondo Supino in questo modo non si è concretizzato uno dei due requisiti contenuti nella delibera del consiglio comunale atriano che apre la strada al decreto “di acquisizione sanante”: il licenziamento degli operai e la reimmissione in possesso del terreno ai Pretaroli. Di conseguenza il Comune non potrebbe procedere all’esproprio e all’immediata restituzione del terreno all’Italprefabbricati. Procedura che dovrebbe avvenire il 9, quando diverrà esecutiva la delibera in questione, o subito dopo.

Di parere opposto l’imprenditore Alfonso D’Eugenio che ieri mattina era al Comune di Atri per consegnare copia delle lettere di prelicenziamento dei 107 dipendenti. «La procedura non è affatto pregiudicata, la delibera del Comune impone una sola condizione: i licenziamenti». Pare infatti che una lettera inviata dal Comune alle parti disponesse i due requisiti, ma la delibera in effetti ne contenga solo uno. «Io sono tranquillo», aggiunge il proprietario dell’Italprefabbricati, «tutta questa procedura si concluderà a breve, dal 9 in poi». Il Comune, dunque, potrebbe procedere comunque all’esproprio, indipendentemente da chi possiede il terreno.

La situazione è comunque delicatissima: la strada intrapresa ha portato al prelicenziamento degli operai: dal 3 maggio inizieranno a decorrere i 6 giorni (in media) dopo i quali i 107 sono ufficialmente a spasso.

©RIPRODUZIONE RISERVATA