No alla Tares, appello trasversale

I sindaci Di Bonaventura (Pdl) e Di Marco (Pd) scrivono ai parlamentari abruzzesi

TERAMO. Un appello trasversale per scongiurare i nefasti effetti dell'applicazione della Tares, la nuova tassa sui rifiuti e servizi, che dovrebbe scattare entro fine anno, in sostituzione di Tia e Tarsu, in virtù delle disposizioni del cosiddetto Decreto "Salva Italia". I primi cittadini di Notaresco e Castellalto, preoccupati per le crescenti difficoltà delle imprese e dei cittadini, mettono nero su bianco, attraverso una lettera aperta indirizzato al Sottosegretario, Giovanni Legnini, e a tutti i parlamentari abruzzesi, i loro timori, chiedendo un preciso impegno ad una modifica dell'applicazione dell'imposta. E lo fanno, consapevoli di rappresentare due partiti contrapposti, forse mai come in queste ultime ore: il Pdl e il Pd. «La Tares», spiegano i sindaci Diego Di Bonaventura (Pdl) e Vincenzo Di Marco (Pd), «finalizzata come noto a coprire al 100% i costi del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, riguarda anche i “servizi indivisibili”: manutenzione stradale, pubblica illuminazione, cura delle aree verdi, attività di polizia municipale e anagrafe. La nuova imposta prevede un’addizionale, decisa dallo Stato, pari a 30 centesimi di euro per ogni metro di superficie assoggettato a tassa: ciò che cittadini e imprese devono sapere è che questa quota non sarà introitata da chi ha la responsabilità gestionale, economica e organizzativa sul servizio, cioè dai Comuni, ma dallo Stato centrale».

I sindaci richiamano l'attenzione su un aspetto «per molti versi paradossale: cittadini e attività produttive si troveranno a pagare di più, in molti casi con rincari che porteranno al raddoppio dell'attuale importo, senza peraltro che la maggiore imposizione fiscale si traduca in alcun beneficio tangibile per i territori, ad esempio restituendo loro maggiori e migliori servizi, in quanto destinata allo Stato centrale». E ancora: «Dalle prime proiezioni», si legge nella missiva, «emerge, infatti, che l'applicazione della Tares, così come configurata, produrrebbe effetti devastanti ed aggravanti sull'attuale situazione di crisi economica, andando a colpire proprio le famiglie più numerose e le attività produttive, già allo stremo, spingendo molte di esse a chiudere e con la conseguente perdita di altri posti di lavoro. Un catastrofico effetto domino che deve essere a tutti i costi scongiurato».Da qui, in considerazione della situazione di estrema difficoltà che famiglie, aziende e attività commerciali stanno vivendo, l'appello dei due sindaci al senso di responsabilità dei referenti politici nazionali «per una modifica dell'applicazione dell'imposta». (fab.i.)

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