Tentò di uccidere Giansante, sì alla perizia psichiatrica
Accolta la richiesta del rito abbreviato per l’ex tabaccaio che aveva sparato al consigliere provinciale Luciano Giansante. Arresti domiciliari in una struttura protetta
TERAMO. Sette mesi dopo il pomeriggio di paura in un’affollata piazza di Nereto con un colpo di pistola esploso contro il consigliere provinciale Luciano Giansante, il giudice per le uidienze preliminari Roberto Veneziano ha accolto la richiesta di rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica per Alberto Garzarelli, il 56enne ex tabaccaio di Nereto, che a maggio prima sparò contro il consigliere ferendolo di striscio a una gamba e fermandosi solo perché l’arma si inceppò, poi rientrò a casa e si barricò nell’appartamento lanciando benzina contro due carabinieri. La richiesta di rito alternativo condizionato è stata presentata dall’avvocato Florindo Tribotti che difende l’uomo. Giansante si è costituito parte civile assistito dall’avvocato Gloria Ciabattoni.
Il giudice ha disposto per l’uomo gli arresti domiciliari in una comunità protetta dove sarà sottoposto alla perizia affidata allo psichiatra Giuseppe Cimini. Il pm Francesca Zani, titolare del fascicolo, nella richiesta di giudizio immediato ha confermato le accuse di tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale e detenzione abusiva di arma da fuoco. Garzarelli nel corso dell’udienza di convalida rispondendo alle domande del giudice disse di essere «un perseguitato, vittima di stalking sociale e deriso da tutti». In quell’occasione ammise di aver sparato a Giansante per precedenti screzi «ma per spaventarlo e non per uccidere».
Prossima udienza a febbraio per la relazione del perito e discussione. (d.p.)
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