Oncologia, partito lo sciopero della fame

Nell’atrio dell’ospedale la protesta degli infermieri del Nursind e del blogger Falconi. E Chiodi dispone un’ispezione

TERAMO. Hanno iniziato lo sciopero della fame ieri mattina all’alba, nell’atrio dell’ospedale. L’obiettivo è far accendere i riflettori sull’Oncologia teramana e sulle sue carenze. carenze, peraltro, negate dalla Asl e dal suo direttore generale Giustino Varrassi. A protestare sono il blogger Giancarlo Falconi e cinque infermieri del Nursind Emanuele Pompilii, Sergio D’Ascenzo, Graziella Cordone, Giuseppe De Zolt e Sonia Di Giuseppe.

Sono le parole di quest’ultima a chiarire uno dei principali nodi da sciogliere, che penalizza non poco i pazienti. «Conosco bene il cancro, sia come infermiera che come paziente», racconta, «la cosa più brutta non è solo dover affrontare il cancro, ma l’iter burocratico che ti costringono a fare: tu sei distrutto, psicologicamente e fisicamente, e devi fare ore e ore di fila in uffici e reparti. Nel day hospital abbiamo aspettato ore che arrivassero i farmaci da Giulianova, oltre al fatto che a causa dello scarso personale ho fatto colazione mentre si raccoglievano i rifiuti speciali. E, dopo che ti hanno “bombardato” con la chemio devi fare ore di fila per essere dimesso, perchè c’è un solo medico». Anche ieri c’era un solo medico nel day hospital, per 27 pazienti. Fra questo e il reparto ci sono solo 5 medici.

Oltre a questo c’è il problema della mancata attivazione del polo oncologico e la soppessione del dipartimento, che causano appunto il mancato coordinamento fra i percorsi che deve fare il malato di cancro nei diversi settori. Un altro problema è l’Ufa: l’unità in cui si producono i farmaci per la chemio è a Giulianova e ogni mattina questi vengono preparati e portati a Teramo con possibili ritardi ma anche sprechi. Problemi che la messa in funzione di un’unità al Mazzini risolverebbe.

Ieri a dare solidarietà ai sei c’erano anche Monia Pecorale della Fp Cgil, Ilaria De Sanctis e Robert Verrocchio del Pd, Cesare D’Alessandro, Valdo Di Bonaventura, Domenico Cappucci e Alfonso Mascitelli dell’Idv. E se la guardia giurata ha imposto ai manifestanti di togliere un cartello di protesta, il medico e assessore comunale Piero Romanelli ha portato loro coperte per riscaldarsi. Prima la Digos e nel pomeriggio la volante hanno identificato i manifestanti.

Nel pomeriggio il governatore Gianni Chiodi ha annunciato che ha disposto un’indagine ispettiva. «Ho dato mandato al servizio ispettivo dell’assessorato alle Politiche della salute», ha specificato, «di acquisire tutti gli elementi per valutare se il dipartimento di oncologia riesce a garantire un servizio sanitario secondo gli standard qualitativi del ministero della Salute; o verificare, in caso contrario, se tutto ciò è frutto di strumentalizzazioni». Il problema, però è che il dipartimento a Teramo, a differenza di Pescara e Chieti, non esiste.

Interviene il senatore Mascitelli, membro della commissione parlamentare d’inchiesta sulla sanità, che ieri ha parlato anche con i pazienti. «Sono qui per rendermi conto della situazione in cui versano malati che più di altri hanno bisogno di rispetto. E non a caso una mi ha detto che è stata costretta a rivolgersi all’ospedale di Ascoli. E poi ci lamentiamo della mobilità passiva. Anche ascoltando il personale emerge uno strabismo fra ciò che dichiarano Varrassi e altri sulla carta e la realtà. Spero che il buon senso prevalga e che non ci costringano a tornare come commissione parlamentare d’inchiesta».

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