Parolisi, 50mila euro per avere i cd

La difesa: è quello che dovremmo pagare per conoscere le intercettazioni
TERAMO. «Conoscere il contenuto delle intercettazioni telefoniche e ambientali fatte su Salvatore Parolisi costa 50mila euro. Certamente non poco». La difesa del caporal maggiore, accusato dell'omicidio della moglie Melania Rea, anticipa quello che sarà lo scontro in aula. Per farlo trae spunto dagli atti delle indagini preliminari. Dopo la richiesta del giudizio immediato, la procura ha messo a disposizione delle parti tutti gli accertamenti svolti in sei mesi. A cominciare dai cd contenenti le intercettazioni telefoniche e ambientali.
Cento sono quelli che arrivano dalla procura di Ascoli (che ha indagato prima che il caso Rea passasse a Teramo per competenza territoriale) e riguardano quelle fatte fino a quando il caporal maggiore è rimasto un uomo libero. Altre cento sono quelle eseguite nel carcere di Castrogno: qui Parolisi è stato intercettato fino a qualche settimana fa. Avere la copia di ogni cd costa 295 euro.
I conti sono presto fatti. «Prendiamo atto», dicono gli avvocati Nicodemo Gentile e Federica Benguardato, legali del caporal maggiore insieme a Valter Biscotti, «che si tratta di una indagine poderosa e soprattutto costosa perchè solo per prendere visione di tutti i cd dovremmo spendere 50,60 mila euro. Vedremo cosa fare. Ma prendiamo atto soprattutto del fatto che Parolisi, quasi in regime di 41 bis, fino a poco tempo è stato intercettato notte e giorno in carcere. Noi siamo convinti che dopo il deposito degli accertamenti fatti dal Ris la posizione del nostro assistito non si sia aggravata. Anzi depongono per la sua totale estraneità ai fatti. Daremo battaglia sul Dna e sul telefonino. Rimaniamo convinti che senza prova evidente la posizione di Parolisi non cambi. Per noi si tratta di una indagine ricca di forzature».
I legali non si sbilanciano sulla strategia da seguire qualora il gip dovesse accogliere la richiesta di giudizio immediato fatto dalla procura. Non smentiscono e non confermano la possibilità di ricorrere ad un rito abbreviato condizionato a più perizie, a cominciare da una sull'ora della morte di Melania. «Aspettiamo di vedere il provvedimento», dice Gentile, «poi decideremo». Ma il caporal maggiore in queste ore combatte anche un'altra battaglia giudiziaria: quella per vedere la figlioletta. Il 2 dicembre il tribunale dei minori di Napoli ha stabilito che Parolisi può vedere la figlia ogni tre settimane, ma recentemente il giudice tutelare di Nola ha sospeso le visite stabilendo una consulenza psicologica per la piccola.
«Per lui è un supplemento di sofferenza e di sacrificio», dicono i suoi legali, «è una cosa che non è degna di uno stato civile. Per il bene della bimba abbiamo cercato di evitare conflitti, ma oggi assistiamo ad un spiacevole rimbalzo di competente. Il risultato è che c'è un gioco al massacro».
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