Parolisi si prepara a riabbracciare la figlia

8 Gennaio 2012

Attesi giornalisti e tv a Castrogno. Pallotta: non sia uno spettacolo

TERAMO. Dovrebbe essere solo l'incontro tra un padre e una figlia di appena due anni che non si vedono da luglio: un padre in carcere con l'accusa di aver ucciso la mamma della piccola ora affidata ai genitori della vittima. Ma, già dalla vigilia, quello in programma domani nel carcere di Teramo tra Salvatore Parolisi e la sua bambina si annuncia carico di tensione. A portare la piccola a Castrogno saranno i genitori di Melania Rea, che tramite i loro legali hanno già fatto sapere di non essere stati adeguatamente preparati dai servizi sociali.

Sul caso interviene l'Ordine dei giornalisti. «Non trasformiamo in spettacolo un altro momento di una tragedia che coinvolge una minore»: è questo l'appello che lanciano il presidente dell'ordine dei giornalisti d'Abruzzo Stefano Pallotta e quello dell'ordine nazionale Enzo Iacopino. «Proviamo a spegnere per un attimo i riflettori», si legge in una nota dei due, «senza alimentare una morbosità che nessun contatto ha con il dovere dell'informazione. Un padre incontra dopo sei mesi la figlia alla quale avrebbe ucciso la madre. L'incontro avviene in un carcere, luogo scelto dai magistrati con procedure che lasciano perplessi perché prevedono che la bimba sia affidata ad una assistente che non ha mai visto prima e da questa portata in prigione. Bastano poche parole per riferirlo, senza enfasi ma con rispetto per tutte le persone che sono coinvolte in questa tragedia. A cominciare da quello che dobbiamo ad una bambina e a chi di lei si sta prendendo cura».

Intanto l'inchiesta sul delitto di Ripe è ormai alle battute finali. Nei prossimi giorni i magistrati teramani potrebbero firmare la richiesta di giudizio immediato per Parolisi, il caporal maggiore dell'esercito che per l'accusa resta l'unico indagato per l'omicidio di Melania. Nei giorni scorsi i Ris hanno riconsegnato in procura tutti gli accertamenti fatti sul Dna, sui capelli e sui pollini calpespati dalle scarpe di Melania. Anche i militari del Ros hanno riconsegnato l'integrazione chiesta dalla procura sulle celle telefoniche che hanno agganciato il cellulare della vittima. Gli accertamenti hanno stabilito che le tracce di Dna sugli slip della donna appartengono alla sua vicina di casa e al figlioletto di quest'ultima (due persone che la vittima aveva incontrato la sera prima di essere uccisa), mentre il Dna sotto una sua unghia è dell'estetista che qualche giorno prima le aveva fatto la manicure. (d.p.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA