Prati, i fratelli Persia rivogliono i soldi dati per gli impianti
Gli imprenditori chiedono la restituzione della caparra Slitta, su richiesta della Provincia, il varo del bilancio di Gst
PIETRACAMELA. Prati di Tivo: i fratelli Persia richiedono il deposito cauzionale di 100mila euro e si ritirano dall’acquisto degli impianti. Rinviata all’ultimo momento l’approvazione del bilancio della Gran Sasso Teramano su richiesta della Provincia, la riattivazione della cabinovia dopo il dissequestro fa partire la stagione. Altra puntata nella storia infinita dei Prati: se in alta quota gli operatori chiedono a gran voce continuità e il sindaco di Pietracamela Antonio Villani una soluzione definitiva dell’annosa questione delle attrezzature, a Teramo è stata rimandata l’approvazione del bilancio della Gran Sasso Teramano dopo l’arrivo alle 14,41 al liquidatore Gabriele Di Natale di una pec della Provincia con la richiesta di rinvio in attesa della sentenza del 7 luglio sulla revoca del provvedimento dell’affidamento degli impianti al gestore Marco Finori dopo il sequestro del ramo di azienda alla Gst. Richiesta accolta per metà: Di Natale ha ugualmente riunito alle 17 l’assemblea, ha rinviato l’approvazione del bilancio al 5 luglio, ma è stata deliberata la restituzione del deposito cauzionale di 100mila euro che gli imprenditori di Tottea, i fratelli Persia, avevano versato alla Gst nel maggio del 2022 con la volontà espressa di acquistare le attrezzature entro la fine del mese. Quello che è accaduto dopo, tra bagarre politica e azioni giudiziarie, è storia. Fatto sta che gli impianti sono ancora di proprietà della Gst, sono in affido su decisione del Tribunale di Teramo a Finori almeno fino al 7 luglio e che ciò che è certo è che i Persia hanno fatto un passo indietro nell’operazione di compravendita. Il rinvio chiesto dalla Provincia avrebbe creato tensione nei rapporti tra il presidente Camillo D’Angelo e Di Natale. Quest’ultimo, insieme al collegio sindacale e al revisore dei conti, non avrebbe assolutamente gradito la comunicazione, inviata due ore prima della convocazione dei soci nota da giorni senza una motivazione valida. Dimissioni all’orizzonte?
Intanto ai Prati, nonostante il maltempo del fine settimana si registrano le prime presenze, tra le quali un gruppo di allievi guide alpine della Valtellina con la nota arrampicatrice nazionale e internazionale Federica Mingolla. «Buona la seconda» è il caso di dire per l’inizio dell’estate dopo la “falsa partenza” del 19 giugno, quando in mattinata la cabinovia fu riattivata e nel pomeriggio sequestrata su provvedimento dell’autorità giudiziaria.
Gli operatori ritengono fondamentale il funzionamento dell’impianto per la riuscita della stagione anche se considerano il sequestro lampo dell’attrezzatura un danno di immagine. «Quando chiamano i turisti la prima cosa che chiedono è se è aperta la cabinovia», ha spiegato Maura Bonaduce, proprietaria del b&b Villa Olimpia, «è un servizio importante che ci permette di lavorare. Finalmente si rivedono le famiglie con i bambini sulla Madonnina e chi deve andare in vetta sceglie di pernottare qui, quando prima andava a Campo Imperatore». Soddisfazione anche per il titolare del bar-ristorante-hotel Gran Baita Tonino Parogna che ha riaperto la struttura rimasta chiusa in inverno. «L’impianto riattivato ha evitato altre disdette» ha aggiunto. La novità annunciata dal gestore Marco Finori è la corsa gratuita per gli animali domestici accompagnati dai proprietari. E ci si prepara con la programmazione. «Stiamo riorganizzando gli aperitivi ad alta quota in cabinovia, speriamo solo che il meteo sia clemente», ha detto Antonio Riccioni del Bar Prati di Tivo e la Bottega del Parco. Ma Villani guarda ben oltre l’estate e attende la pronuncia del 7 luglio del tribunale di Teramo. «Sono felicissimo che la cabinovia abbia riaperto», ha concluso, «ma deve funzionare tutto l’anno, augurandoci che la sentenza non alteri la stagione che è ormai iniziata e deve proseguire».
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