Provincia, scatta l’accorpamento
L’ente trasferisce il personale e unisce settori dopo i 110 licenziamenti alla Teramo Lavoro
TERAMO. Tagli alle Province: in arrivo accorpamenti fra settori e immediati trasferimenti di personale per tamponare le emergenze.Ieri mattina dirigenti e assessori si sono seduti allo stesso tavolo per decidere le linee di indirizzo di una mini riorganizzazione dei settori dell’ente necessaria dopo la cessazione della funzione di supporto alla Provincia della Teramo Lavoro con i suoi 110 dipendenti e dei tagli dei trasferimenti operati dal governo sulle Province.
«Utilizziamo questa circostanza – ha detto il presidente Valter Catarra, «per razionalizzare organizzazione e personale limitando il disagio e le ricadute negative sui cittadini e sulle imprese: pensiamo a loro e cambiamo approccio».I dirigenti disporranno in breve lo spostamento momentaneo di alcuni dipendenti sia all’interno dello stesso settore (ad esempio da uno sportello all’altro come accadrà per i centri per l’impiego) sia intersettoriali. E se non basterà «penseremo a ridurre gli orari di alcuni servizi a sportello, come i centri per l’impiego, e solo, comunque, dopo aver ascoltato i sindaci dei Comuni interessati. Naturalmente mi auguro che nei prossimi mesi la situazione muti, almeno in parte, ma non bisogna farsi troppe illusioni».
Intanto Fp Cgil e Fisascat Cisl intervengono e parlano «dell'abnegazione dei dipendenti a tempo indeterminato coinvolti nella gestione delle pratiche dei centri per l'impiego e degli altri servizi» ma «sono ovviamente troppo pochi per garantire tutte le attività gestite finora dai 110 della Teramo Lavoro. Ad esclusione delle pratiche di disoccupazione, tutte le altre attività sono paralizzate. Il presidente annuncia in tv che ricorrerà alla long list, di nuove assunzioni e da voci di corridoio giungono notizie sull'approssimarsi della liquidazione di Teramo Lavoro srl». In questo caso i sindacati chiedono che si paghino stipendi arretrati, Tfr e ferie non godute ai 110 lavoratori. E in questo caso ritengono che si debbano «reinternalizzare i servizi all'impiego e i 67 lavoratori, riassorbire gli altri 43 adibiti ai servizi propri dell'ente nell'altra società in house della Provincia, l’Agena». I fondi «ci sono e sono stati già stanziati 800mila euro dalla Regione per i centri per l'impiego e 200 milioni che la legge di stabilità riassegna alle Province». I sindacati diffidano la Provincia a ricorrere alla long list o a personale interinale o a fare nuove selezioni. E fanno notare che per l’assenza dei 110, 600mila euro sono stati rimandati indietro dall'assessorato provinciale al lavoro per l'impossibilità di portare avanti i progetti e che, mentre si licenziano i 110 lavoratori, fra novembre 2012 e gennaio 2013 la Provincia ha fatto 9 contratti di lavoro in vari settori .Cgil e Cisl annunciano battaglia con iniziative di protesta, a partire dal consiglio regionale del 22 gennaio.