Sant'Omero, ospedale intitolato a Ester: un cavillo guasta la cerimonia
La prefettura ha negato l’ok in base a una legge del 1927. Per questo il ministro Lorenzin potrebbe non esserci il 18
SANT’OMERO. Un intoppo burocratico potrebbe impedire la visita di Beatrice Lorenzin all’ospedale di Sant’Omero. Il ministro della salute aveva molto apprezzato l’iniziativa del direttore generale Roberto Fagnano di intitolare l’ospedale di Sant’Omero all’oncologa uccisa dal suo persecutore proprio nel parcheggio di quello che fino a poche ore fa si chiamava il “Val Vibrata”.
Tanto da progettare una cerimonia di intitolazione dell’ospedale ad Ester Pasqualoni, insieme alla scopertura di una targa in sua memoria proprio nel luogo in cui fu trucidata a coltellate. Una cerimonia che si dovrebbe tenere il 18 settembre. Beatrice Lorenzin, molto colpita dal delitto, aveva a giugno concordato la propria presenza nella cerimonia.
Nel frattempo Fagnano è andato avanti, ha fatto installare una grande insegna sull’ingresso dell’ospedale in cui appunto campeggia il nome di Ester Pasqualoni. E ieri ha fatto scavare anche l’aiuola del parcheggio, dove sarà sistemato un grande ulivo e una targa.
Ma è possibile che il ministro decida di non venire. Infatti nelle ultime ore è saltato fuori un cavillo burocratico, di quelli di cui l’Italia con la i maiuscola farebbe volentieri a meno. Secondo una legge del 1927 per intitolare i luoghi pubblici a qualcuno c’è bisogno del nulla osta della prefettura. E la prefettura di Teramo non ha dato il proprio placet. Non si sa se per un ritardo amministrativo o per una scelta basata su un preciso motivo, fatto sta che in teoria l’ospedale non potrebbe essere ancora intitolato ad Ester Pasqualoni.
In effetti si potrebbe discutere sul fatto che l’ospedale non è assimilabile a una via o a una piazza, ma è un luogo della Asl. Fagnano è dunque convinto ad andare avanti, ci tiene molto a ricordare l’oncologa che tanto ha dato alla Asl in termini di apporto professionale e di umanità. E ritiene che sia un atto dovuto intitolare alla sua memoria quell’ospedale in cui ha svolto il suo lavoro fino agli ultimi istanti di vita.
Ma probabilmente la prefettura avviserà il ministro che la procedura amministrativa non è completa. E Beatrice Lorenzin potrebbe decidere di non partecipare alla cerimonia. Oppure potrebbe decidere di farlo in forma strettamente privata. Non si sa, ma in queste ore deciderà che fare. Dalla Asl non arriva nessun commento: i vertici attendono in silenzio le decisioni.
Certo è che l’ospedale, con o senza il placet della prefettura, sarà intitolato a Ester Pasqualoni. Altra certezza è che chi è rimasto su questa terra avrebbe fatto volentieri a meno di assistere a un nuovo strappo fra gli irragionevoli lacci della burocrazia e un comune sentimento di riconoscenza verso una donna vittima di violenza. (a.f.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Tanto da progettare una cerimonia di intitolazione dell’ospedale ad Ester Pasqualoni, insieme alla scopertura di una targa in sua memoria proprio nel luogo in cui fu trucidata a coltellate. Una cerimonia che si dovrebbe tenere il 18 settembre. Beatrice Lorenzin, molto colpita dal delitto, aveva a giugno concordato la propria presenza nella cerimonia.
Nel frattempo Fagnano è andato avanti, ha fatto installare una grande insegna sull’ingresso dell’ospedale in cui appunto campeggia il nome di Ester Pasqualoni. E ieri ha fatto scavare anche l’aiuola del parcheggio, dove sarà sistemato un grande ulivo e una targa.
Ma è possibile che il ministro decida di non venire. Infatti nelle ultime ore è saltato fuori un cavillo burocratico, di quelli di cui l’Italia con la i maiuscola farebbe volentieri a meno. Secondo una legge del 1927 per intitolare i luoghi pubblici a qualcuno c’è bisogno del nulla osta della prefettura. E la prefettura di Teramo non ha dato il proprio placet. Non si sa se per un ritardo amministrativo o per una scelta basata su un preciso motivo, fatto sta che in teoria l’ospedale non potrebbe essere ancora intitolato ad Ester Pasqualoni.
In effetti si potrebbe discutere sul fatto che l’ospedale non è assimilabile a una via o a una piazza, ma è un luogo della Asl. Fagnano è dunque convinto ad andare avanti, ci tiene molto a ricordare l’oncologa che tanto ha dato alla Asl in termini di apporto professionale e di umanità. E ritiene che sia un atto dovuto intitolare alla sua memoria quell’ospedale in cui ha svolto il suo lavoro fino agli ultimi istanti di vita.
Ma probabilmente la prefettura avviserà il ministro che la procedura amministrativa non è completa. E Beatrice Lorenzin potrebbe decidere di non partecipare alla cerimonia. Oppure potrebbe decidere di farlo in forma strettamente privata. Non si sa, ma in queste ore deciderà che fare. Dalla Asl non arriva nessun commento: i vertici attendono in silenzio le decisioni.
Certo è che l’ospedale, con o senza il placet della prefettura, sarà intitolato a Ester Pasqualoni. Altra certezza è che chi è rimasto su questa terra avrebbe fatto volentieri a meno di assistere a un nuovo strappo fra gli irragionevoli lacci della burocrazia e un comune sentimento di riconoscenza verso una donna vittima di violenza. (a.f.)
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