Scontro tra i Rea e Parolisi per la figlia di MelaniaAnche la famiglia del caporale chiede l'affidamento
Il conflitto tra le due famiglie scoppia davanti al tribunale dei minori di Napoli, dove si è tenuta l'udienza per la revova della patria potestà. Oltre alla richiesta di affidamento della bambina presentata dalla famiglia di Melania, a sorpresa viene presentata anche quella della sorella del caporal maggiore, accusato dell'omicidio della moglie. Il Tribunale si è riservato la decisione che dovrebbe essere adottata entro i prossimi sette giorni
NAPOLI. Il conflitto che contrappone la famiglia di Melania Rea a quella del suo presunto omicida, Salvatore Parolisi, si materializza per la prima volta in un'aula di giustizia. La sede è quella del Tribunale per i minori di Napoli, ai Colli Aminei, dove i parenti della vittima e quelli del caoporal maggiore dell'Esercito, detenuto dall'estate scorsa con l'accusa di aver ucciso la moglie, si contendono l'affidamento della figlia. Il Tribunale si è riservato la decisione che dovrebbe essere adottata entro i prossimi sette giorni.
I giudici erano chiamati a pronunciarsi su due istanze: una avanzata dalla procura dei minori partenopea, che sollecita la revoca della patria potestà (motivata anche sul fatto che, secondo gli inquirenti, la piccola era con i genitori al momento del delitto) e l'altra dai legali dei Rea, che chiedono l'affidamento temporaneo della bimba ai nonni materni. Ma oggi in apertura di udienza si è consumato il colpo di scena: anche Franca Parolisi, sorella dell'indagato, chiede l'affidamento della piccola di cui è la madrina di battesimo. Un'iniziativa inattesa e contrastata, tanto che Michele Rea, il fratello della donna uccisa, all'uscita del tribunale si è detto "sorpreso e deluso: noi ci siamo sempre comportati onestamente. La nostra linea guida era di tenere Vittoria di comune accordo".
In aula c'era anche Salvatore Parolisi, che la polizia penitenziaria ha accompagnato a bordo di un furgone a Napoli dal carcere di Teramo. L'udienza ha rappresentato dunque la prima volta, dopo l'arresto, in cui l'accusato ha avuto l'opportunità di incontrare i parenti di Melania. "L'ho guardato negli occhi ma lui non mi ha degnato neppure di uno sguardo", ha spiegato Michele.
Ai giudici del collegio Parolisi ha spiegato che vuole vedere sua figlia e non riesce a comprendere le ragioni per le quali questo diritto gli dovrebbe essere negato. Ha pianto, come di frequente gli capita, mentre parlava della bambina ("un pianto un po' finto", dirà Michele). "Io invece ho tanta rabbia in corpo che le lacrime proprio non scendono", commenta Michele.
"Franca vuole prendere con sè la bimba", ha poi spiegato. "Noi abbiamo ribadito che fin dal primo giorno è sempre stata con noi e una volta alla settimana veniva portata dai genitori di Salvatore". In tutti i casi Michele, a proposito della decisione del Tribunale, si è detto "fiducioso che tutto venga fatto per il bene della piccola, poi quello che sarà sarà".
Ma è convinto che Salvatore sia l'assassino di Melania? "Questo non si può certo capire da uno sguardo, ma le carte parlano e tutto porta a lui", risponde Michele Rea.
Dopo aver ascoltato le ragioni di Parolisi e le argomentazioni dei legali delle due parti in causa l'udienza si è conclusa. I giudici hanno reso noto che nel giro di una settimana si pronunceranno sulla questione dell'affidamento e della patria potestà. Secondo le previsioni, per quanto riguarda l'affidamento temporaneo dovrebbero spuntarla i familiari di Rea mentre più complessa appare la questione della revoca della patria potestà, dal momento che non è ancora accertata sul piano giudiziario la responsabilità del caporal maggiore nel delitto.
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