Silvi, in sei con un invalido occupano casa popolare
Costretti a dormire sul balcone perché l’alloggio dove vivono è troppo piccolo L’uomo denunciato dai vigili urbani: «Non so cosa fare per sopravvivere»
SILVI. Per disperazione una famiglia occupa abusivamente un alloggio popolare. Da Silvi arriva un' altra storia di crisi. Erasmo Loconte,detto Mino, vive da anni con sua moglie,tre figli e il fratello disabile al primo piano di una fatiscente palazzina popolare in via Abruzzo, nel quartiere Pianacce. Vivono in sei in un appartamento di appena quaranta metri quadrati. Con poche euro in tasca Erasmo deve sostenere la sua famiglia e un invalido al 100% . Dal 2000 chiede al Comune una migliore sistemazione che ad oggi non è mai arrivata. Qualche giorno fa tutti hanno ben sperato nel vedere andare via l'inquilina anziana che abitava nell'appartamento che si trova sopra al loro. Quei locali vuoti sono sembrati un miraggio. Loconte non ci ha pensato due volte ad occuparli senza avere le dovute assegnazioni da parte del Comune. Ci ha portato subito la roba accatastata nel suo balcone: provviste alimentari ,armadi, vestiti. Non gli sembrava vero di avere piu’ spazio disponibile. Erano tanti,troppi gli anni che lui e la sua famiglia hanno passato compressi in quelle 4 mure . L'atto illecito posto in essere da Loconte ha portato all'immediato intervento degli agenti della polizia municipale di Silvi coordinata dal comandante Giovanni Cichella, che hanno verbalizzato il reato penale di occupazione abusiva .Sarà poi l'autorità giudiziaria ad occuparsi del caso . Erasmo Loconte si difende così: «abbiamo occupato solo uno stanzino dell'appartamento che si è liberato, non possiamo vivere in 6 persone in uno spazio così angusto,sono anni che il Comune non fa alcun bando per l'assegnazione di nuovi alloggi popolari,siamo stufi di aspettare».
Loconte ci mostra dei lettini posti fuori il balcone e spiega che sono serviti la scorsa estate per dormirci. Afferma : «In casa non si riusciva a stare per il caldo afoso e abbiamo dormito fuori il terrazzino con le zanzare che ci assalivano. Questo non è un modo dignitoso di vivere». I suoi figli ormai si arrangiano come possono e, per fortuna lavorano.In questi periodi di crisi sono tante le sorie come quella del signor Loconte. In molti decidono di uscire allo scoperto con la speranza che possa servire a qualcosa. Adesso è l'ora che i Comuni si attivino per gestire una situazione sociale che sta per esplodere.
Domenico Forcella
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