Spuntano gioielli di 2500 anni fa

Cermignano, dopo 40 anni ripartono gli scavi nel tempio italico
CERMIGNANO. Torna a rivivere, tra Cermignano e Penna Sant'Andrea, il sito archeologico di Monte Giove. A settembre, dopo circa quarant'anni, riprenderanno infatti le ricerche in quell'area che cela gioielli della storia.
La direzione scientifica è della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo e dell'università la Sapienza di Roma. Le operazioni dureranno due mesi e si concentreranno nella zona dove negli anni '70 fu individuato un tempio italico risalente al quinto secolo avanti Cristo. Le prime notizie di rinvenimenti nell'area di Monte Giove risalgono però alla fine dell'ottocento quando videro la luce tre epigrafi latine di epoca compresa tra il terzo e il primo secolo avanti Cristo. Sempre negli anni '70 oltre al tempio italico fu ritrovata anche una ricchissima stipe votiva, in onore di Giove, al cui interno c'erano materiali attribuibili ad una fase preromana di frequentazione del santuario.
Più a nord rispetto al tempio, situato nel punto più alto dell'intero comprensorio tra Cermignano e Penna Sant'Andrea (749 metri sul livello del mare), fu inoltre localizzata una necropoli anch'essa risalente al periodo tra il quinto e il primo secolo avanti Cristo. Lo scavo portò a galla nove sepolture a fossa semplice di età arcaica ed ellenistica. A rendere ancora più importante quell'area archeologica è stato il ritrovamento della stele funeraria di Penna Sant'Andrea (quinto secolo avanti Cristo) attualmente esposta al museo di Castel Sant'Angelo a Roma nell'ambito della mostra "Sos arte dall'Abruzzo" in programma fino al 5 settembre.
Il sito di Monte Giove, ieri pomeriggio, è stato al centro di un convegno a Penna Sant'Andrea al quale hanno partecipato esponenti della Soprintendenza regionale e varie autorità locali. L'obiettivo, da settembre, sarà quello di rendere visitabile il sito sotto il profilo archeologico per esaltarne al meglio le bellezze e i preziosi gioielli che stanno ancora emergendo.
La direzione scientifica è della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Abruzzo e dell'università la Sapienza di Roma. Le operazioni dureranno due mesi e si concentreranno nella zona dove negli anni '70 fu individuato un tempio italico risalente al quinto secolo avanti Cristo. Le prime notizie di rinvenimenti nell'area di Monte Giove risalgono però alla fine dell'ottocento quando videro la luce tre epigrafi latine di epoca compresa tra il terzo e il primo secolo avanti Cristo. Sempre negli anni '70 oltre al tempio italico fu ritrovata anche una ricchissima stipe votiva, in onore di Giove, al cui interno c'erano materiali attribuibili ad una fase preromana di frequentazione del santuario.
Più a nord rispetto al tempio, situato nel punto più alto dell'intero comprensorio tra Cermignano e Penna Sant'Andrea (749 metri sul livello del mare), fu inoltre localizzata una necropoli anch'essa risalente al periodo tra il quinto e il primo secolo avanti Cristo. Lo scavo portò a galla nove sepolture a fossa semplice di età arcaica ed ellenistica. A rendere ancora più importante quell'area archeologica è stato il ritrovamento della stele funeraria di Penna Sant'Andrea (quinto secolo avanti Cristo) attualmente esposta al museo di Castel Sant'Angelo a Roma nell'ambito della mostra "Sos arte dall'Abruzzo" in programma fino al 5 settembre.
Il sito di Monte Giove, ieri pomeriggio, è stato al centro di un convegno a Penna Sant'Andrea al quale hanno partecipato esponenti della Soprintendenza regionale e varie autorità locali. L'obiettivo, da settembre, sarà quello di rendere visitabile il sito sotto il profilo archeologico per esaltarne al meglio le bellezze e i preziosi gioielli che stanno ancora emergendo.
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