Teramo, azioni carta straccia: condannata l'ex Tercas
Accolto il ricorso dei primi quattro (su 200) risparmiatori dell'ex banca. Il giudice: non rispettati gli obblighi informativi né spiegato il rischio reale dell'investimento. Gli avvocati di Federconsumatori: sentenza clamorosa
TERAMO. "Una sentenza clamorosa che costituisce un essenziale precedente per tutti i risparmiatori che hanno intrapreso l'azione legale contro la Banca": così gli avvocati definiscono la decisione del tribunale riguardo il ricorso dei primi 4 risparmiatori contro l'ex Tercas. Dopo di loro tocca ad altri 296 clienti, su 560 iniziali, dell'ex Tercas che si sono rivolti a Federconsumatori avviando il contenzioso. Il giudice Antonio Converti ha sancito il comportamento non corretto e non trasparente della ex banca Tercas e l'ha condannata a restituire tutte le somme impiegate per l'acquisto dei titoli, oltre alla rivalutazione e agli interessi dal 2006 e le spese legali: oltre 200mila euro che i quattro risparmiatori teramani avevano investito in azioni Tercas. Le azioni furono fatte sottoscrivere a numerosi clienti in occasione dell'aumento di capitale del 2006 e sono diventate carta straccia all'indomani del crac della banca, poi assorbita dalla Banca Popolare di Bari. I quattro clienti sono stati assistiti dagli avvocati Renzo Di Sabatino di Teramo e Massimo Cerniglia di Roma per conto di Federconsumatori. Il giudice ha in sostanza ritenuto che l'Istituto di credito non abbia rispettato gli obblighi informativi in merito ai titoli che stavano vendendo e che non era stato spiegato chiaramente ai clienti il rischio reale dell'investimento. Vendute fuori dai mercati regolamentati, le azioni Tercas furono cancellate dal commissario di Bankitalia, Riccardo Sora, quando dichiarò il default dell'Istituto e avviò la procedura di vendita alla Popolare di Bari, e centinaia di risparmiatori furono così danneggiati.