Teramo, la Asl richiama i pazienti guariti dal Covid
Vengono sottoposti a Tac nell’ospedale di Atri. Il coordinatore Marini: «In molti casi restano gravi problemi polmonari»
ATRI. Enrico Marini, il coordinatore dell’ospedale Covid di Atri, di una cosa è certa: «Quelle immagini rendono l’idea di come il coronavirus possa essere devastante». Le immagini catturate da una Tac sono quelle dei polmoni dei pazienti guariti e dimessi che in questi giorni vengono richiamati dalla Asl all’ospedale “San Liberatore” per essere sottoposti a controlli. Fino ad oggi un centinaio, ma i numeri aumenteranno nelle prossime settimane. «Si tratta di uno studio preliminare sui pazienti come si sta facendo in molti altri presidi italiani», spiega ancora il primario responsabile della struttura Covid , «e sono molto utili per fotografare la malattia e vedere come aggredisce l’organismo umano. Soprattutto la Tac al polmone è un indicatore importante della gravità della malattia». Gli esami vengono eseguiti nella Tac mobile sistemata all’esterno dell’ospedale e sotto l’egida del primario del reparto di radiologia Fabrizio Capone.
Quella che, superata la fase dell’emergenza, comincia a diventare una certezza nelle prime relazioni di molti ospedali italiani è che i guariti da Covid-19 hanno strascichi, soprattutto a livello polmonare, destinati a durare nel tempo. È stato accertato che l’infezione potrebbe determinare conseguenze a lungo termine sulla funzionalità respiratoria, e talvolta comprometterla in modo irreversibile, soprattutto nei pazienti usciti dalla terapia intensiva. Tanto che nei pazienti più gravi colpiti da Covid, sostengono i primi studi elaborati a livello nazionale dalla Società italiana di pneumologia, il 30% dei guariti avrà problemi respiratori permanenti di fibrosi polmonare.
«Si tratta di studi preliminari sui primi pazienti guariti», continua Marini, « sono molto utili per “fotografare” la malattia e vedere come aggredisce l’organismo umano. Soprattutto la Tac al polmone è un indicatore importante della gravità della malattia. In tantissimi pazienti guariti che sono stati ricoverati o intubati osserviamo dopo le dimissioni difficoltà respiratorie che potrebbero protrarsi per molti mesi dopo la risoluzione della infezione. Il nostro obiettivo, con questi controlli, è quello di monitorare costantemente i pazienti dimessi attraverso Tac toraciche e prove di funzionalità respiratorie». All’ospedale di Atri, ormai da qualche giorno, resta ricoverato un solo paziente Covid: si tratta della 68enne di Alba Adriatica con una patologia oncologica che è stata la prima ad essere curata con il plasma dei guariti all’epoca arrivato da Pavia.
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