Teramo, studentessa vittima di un video porno su Whatsapp 

Denuncia di una 17enne: la ragazza nelle immagini non è lei, ma qualcuno le ha diffuse inserendo il suo nome. Il video condiviso dalla Sicilia al Piemonte

TERAMO. Ha scelto di denunciare «perchè quello che è successo a me non accada ancora». La forza e il coraggio di una ragazza teramana di 17 anni, la forza e il coraggio di un padre e di una madre a fianco di una figlia divenuta senza esserlo protagonista di un video porno condiviso su decine di gruppi WhatsApp.
La ragazza che compare nelle immagini non è lei, ma chi ha deciso di associare il suo nome a quello della protagonista lo ha fatto approfittando della somiglianza tra le due giovanissime. Nell’Italia del caso di Tiziana Cantone, la giovane donna che si è suicidata dopo la diffusione di un video hard, la cronaca si ripete tra dolore e superficialità. Il dolore e l’angoscia di una 17enne vittima di un video porno la superficialità di chi non sa che ogni volta che scarica quel video scatta il reato di concorso nella diffusione di materiale pedopornografico visto che, in questo caso, si tratta di minorenni.
Il caso è già finito all’esame della Procura dopo una dettagliata denuncia presentata dall’avvocato Wania Della Vigna. Denuncia in cui vengono ricostruiti tutti i passaggi della vicenda, a cominciare dall’elenco dei vari gruppi WhatsApp in cui è circolato il video condiviso: coinvolgono persone che vivono in varie parti d’Italia che vanno dalla Sicilia al Piemonte. Ma, come continua a succedere nonostante codice penale e autoregolamentazioni che ormai da tempo impongono comportamenti ben precisi, nessuno ha pensato di denunciare. Così per settimane quel video osè scaricato da un sito porno da chi dopo una manipolazione ha aggiunto il nome della studentessa teramana è stato visionato da centinaia di persone. Fino a quando qualcuno non ha deciso di raccontarlo alla ragazza. «Guarda», le ha confidato una coetanea, «in giro circola un video porno in cui c’è il tuo nome e la ragazza che si vede sembri proprio tu». Quando è riuscita ad averlo difficile credere a quello che aveva davanti: il suo nome associato a delle immagini di un rapporto sessuale in cui la protagonista le assomiglia tanto. Impossibile trovare le parole giuste per raccontare sofferenza e angoscia, ma è riuscita a dire tutto a i genitori, a superare anche la difficoltà di far vedere quelle immagini a mamma e papà che si sono immediatamente rivolti ad un legale per presentare una denuncia. Le indagini faranno il loro corso in un susseguirsi di acquisizioni perchè condividere del materiale pedopornografico è reato. L’obiettivo, naturalmente, è anche riuscire a risalire al nome di chi, dopo aver inserito il nome della 17enne, ha dato il via a tutto scaricando quelle immagini dal sito porno.
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