Tercas si spegne sul più bello
La Scavolini Siviglia prende il largo nell'ultimo tempo
PESARO. È finita la benzina. La Banca Tercas regge il ritmo della Scavolini Siviglia Pesaro solamente per tre quarti, poi il meccanismo azionato da coach Alessandro Ramagni si inceppa e per Teramo è finita. Agli abruzzesi non è riuscita l'impresa. Superiore Pesaro che va a chiudere la gara con un pesante +15 e le attenuanti per il quintetto abruzzese sono davvero poche. C'è da dire, però, che prima dell'ultimo riposo non si era notata tutta questa differenza.
Infatti, la Tercas si è battuta quasi fino alla fine, riuscendo, addirittura, nel terzo quarto ad insidiare i padroni di casa, portandosi fino al -2, dopo aver girato in vantaggio di 7 punti all'intervallo lungo. A fare la differenza il quarto periodo, in cui l'approccio della squadra ospite è stato discutibile. Ma quello che è mancato al quintetto ospite, non è stata l'intensità del gioco, comunque discreto per buona parte della sfida, bensì l'attenzione e la precisione. Si contano troppi errori, specialmente nel quarto decisivo periodo.
Errori non solo al tiro (comunque non soddisfacente il 37% circa di realizzazione), ma soprattutto nei passaggi. Sono state proprio le tante palle perse a far pendere l'ago della bilancia verso la Scavolini Siviglia Pesaro. Innumerevoli, in particolar modo nel finale, le occasioni sprecate dal quintetto di Ramagli. Ma probabilmente Dee Brown e compagni non potevano fare di più.
Poche le attenuanti è vero, ma c'è anche da dire che Teramo quest'anno non può fare miracoli. Contro una Vuelle discontinua, ma precisa nei momenti clou, Teramo, supportata dai suoi tifosi arrivati però solamente ad inizio ripresa, non si è dimostrata all'altezza, confermando la sua posizione di classifica. Una sconfitta che però non rende spacciata la Banca Tercas che per ora è ancora salva.
Una formazione che cerca vita e punti dagli esterni, che non sempre sono in giornata e non sempre riescono a dare il supporto giusto al roster abruzzese, come accaduto a Pesaro.
A Pesaro la Tercas gioca e lotta punto a punto con una formazione da playoff. Non solo, riesce anche a mettere la freccia a 4' dal termine del primo quarto (28-31). Un allungo che innervosisce i padroni di casa. È Fultz il giocatore che tenta la fuga, ma poi ci pensa dall'altra parte Hickman a suonare la carica biancorossa. Gli ospiti comandano le danze, anche con sostanziosi vantaggi di una decina di punti.
Dopo l'intervallo è sempre Teramo che detta legge (35-45) al 22'. Poi il bel gioco si ferma e sale in cattedra Pesaro. E' Cusin a firmare l'aggancio (48-48) a 5' dal termine del terzo periodo di gioco. Sul 53-51, al 26', l'arbitro assegna tecnico a White e quarto fallo. L'americano esce e per la Banca Tercas si apre uno spiraglio. Il terzo quarto si chiude in equilibrio (60-58). Tutto si decide nell'ultimo tempo. Ma il gap decisivo viene scavato al 34' da un ottimo Cavaliero. La concentrazione salta, con esso gli schemi.
La diretta conseguenza è lo sfilacciamento della difesa abruzzese e per i marchigiani è il festival delle palle rubate e dei canestri. I ragazzi di Ramagli sono crollati sul più bello, quando è finita la benzina e la lucidità.
Infatti, la Tercas si è battuta quasi fino alla fine, riuscendo, addirittura, nel terzo quarto ad insidiare i padroni di casa, portandosi fino al -2, dopo aver girato in vantaggio di 7 punti all'intervallo lungo. A fare la differenza il quarto periodo, in cui l'approccio della squadra ospite è stato discutibile. Ma quello che è mancato al quintetto ospite, non è stata l'intensità del gioco, comunque discreto per buona parte della sfida, bensì l'attenzione e la precisione. Si contano troppi errori, specialmente nel quarto decisivo periodo.
Errori non solo al tiro (comunque non soddisfacente il 37% circa di realizzazione), ma soprattutto nei passaggi. Sono state proprio le tante palle perse a far pendere l'ago della bilancia verso la Scavolini Siviglia Pesaro. Innumerevoli, in particolar modo nel finale, le occasioni sprecate dal quintetto di Ramagli. Ma probabilmente Dee Brown e compagni non potevano fare di più.
Poche le attenuanti è vero, ma c'è anche da dire che Teramo quest'anno non può fare miracoli. Contro una Vuelle discontinua, ma precisa nei momenti clou, Teramo, supportata dai suoi tifosi arrivati però solamente ad inizio ripresa, non si è dimostrata all'altezza, confermando la sua posizione di classifica. Una sconfitta che però non rende spacciata la Banca Tercas che per ora è ancora salva.
Una formazione che cerca vita e punti dagli esterni, che non sempre sono in giornata e non sempre riescono a dare il supporto giusto al roster abruzzese, come accaduto a Pesaro.
A Pesaro la Tercas gioca e lotta punto a punto con una formazione da playoff. Non solo, riesce anche a mettere la freccia a 4' dal termine del primo quarto (28-31). Un allungo che innervosisce i padroni di casa. È Fultz il giocatore che tenta la fuga, ma poi ci pensa dall'altra parte Hickman a suonare la carica biancorossa. Gli ospiti comandano le danze, anche con sostanziosi vantaggi di una decina di punti.
Dopo l'intervallo è sempre Teramo che detta legge (35-45) al 22'. Poi il bel gioco si ferma e sale in cattedra Pesaro. E' Cusin a firmare l'aggancio (48-48) a 5' dal termine del terzo periodo di gioco. Sul 53-51, al 26', l'arbitro assegna tecnico a White e quarto fallo. L'americano esce e per la Banca Tercas si apre uno spiraglio. Il terzo quarto si chiude in equilibrio (60-58). Tutto si decide nell'ultimo tempo. Ma il gap decisivo viene scavato al 34' da un ottimo Cavaliero. La concentrazione salta, con esso gli schemi.
La diretta conseguenza è lo sfilacciamento della difesa abruzzese e per i marchigiani è il festival delle palle rubate e dei canestri. I ragazzi di Ramagli sono crollati sul più bello, quando è finita la benzina e la lucidità.