Timbrano ma non sono al lavoro: la Asl licenzia due dipendenti
In venti giorni due sanzioni disciplinari a una veterinaria e a un medico del pronto soccorso di Atri. I vertici aziendali: «È un atto dovuto, questo prevede la legge». In vista ricorsi per entrambi
TERAMO. Licenziati in tronco due dipendenti della Asl. Non sono i primi, e forse nemmeno gli ultimi, i due dipendenti che, secondo quanto emerso dall’istruttoria svolta dall’ufficio procedimenti disciplinari, non sono stati trovati al lavoro mentre risultavano in servizio.
Insomma, quelli che secondo la vulgata sono ormai definiti “i furbetti del cartellino”.
Che poi è uno status ancora da dimostrare, in quanto uno dei due ha già fatto ricorso contro il licenziamento, e l’altra, probabilmente lo farà a breve.
L’ultimo licenziamento è stato disposto dal direttore generale Roberto Fagnano il 16 novembre: a decorrere dal 1° dicembre Rosanna Ianniciello, veterinario del servizio di igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati, non lavorerà più alla Asl. Ovviamente al netto di ricorsi al giudice del lavoro.
Il licenziamento arriva dopo un procedimento disciplinare portato avanti dall’apposito ufficio che il 24 ottobre ha comunicato al direttore generale le proprie conclusioni: «irrogare la sanzione disciplinare di licenziamento senza preavviso ai sensi dell’articolo 55 quater, comma 1 lettera a) del decreto legislativo 165 del 2001», come si legge nella delibera pubblicata sull’albo pretorio on line della Asl. Un verbale trasmesso all’unità gestione del personale e al direttore generale «per l’esecuzione e per le valutazioni relative all’eventuale rilevanza penale delle condotte sanzionate».
Nel particolare, la veterinaria, che per il proprio lavoro si sposta negli allevamenti per i controlli programmati, non sarebbe stata nell’azienda dove avrebbe dovuto essere durante l’orario di lavoro.
Più o meno simile la situazione dell’altro dipendente licenziato dalla Asl. In questo caso si tratta di un medico del pronto soccorso di Atri, Umberto Del Papa, nei cui confronti la sanzione del licenziamento senza preavviso sarebbe stata irrogata una ventina di giorni fa. In questo caso il dipendente starebbe già preparando il ricorso contro il licenziamento che ritiene ingiusto.
Anche nel suo caso l’ufficio procedimenti disciplinari, al termine dell’istruttoria, ha disposto il licenziamento perchè la presenza del dipendente al lavoro non concorderebbe con le timbrature del cartellino.
Non sono i primi casi di inchieste sui cosiddetti “furbetti del cartellino” alla Asl. Per alcuni è la procura che indaga, come il caso degli 11 dipendenti del distretto sanitario di Atri. In altri casi è in corso il processo di primo grado, come per alcuni operatori del Sian.
Ci sono poi altri casi di licenziamenti disposti dalla Asl per varie motivazioni, che vanno appunto da false attestazioni riguardo alla presenza in servizio, all’appropriazione del pagamento di prestazioni nell’attività professionale intramuraria. Nel caso di irregolarità nell’attestazione della presenza sul lavoro i vertici Asl fanno sapere che «si tratta di un atto dovuto. La disciplina dei licenziamenti è una materia vincolante nei casi di assenza dal servizio per cui peraltro non sono previste gradazioni nella sanzione. E’ previsto solo il licenziamento». In particolare con il decreto Madia i dipendenti per cui si provano questi tipi di condotte vanno licenziati entro 30 giorni.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Insomma, quelli che secondo la vulgata sono ormai definiti “i furbetti del cartellino”.
Che poi è uno status ancora da dimostrare, in quanto uno dei due ha già fatto ricorso contro il licenziamento, e l’altra, probabilmente lo farà a breve.
L’ultimo licenziamento è stato disposto dal direttore generale Roberto Fagnano il 16 novembre: a decorrere dal 1° dicembre Rosanna Ianniciello, veterinario del servizio di igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati, non lavorerà più alla Asl. Ovviamente al netto di ricorsi al giudice del lavoro.
Il licenziamento arriva dopo un procedimento disciplinare portato avanti dall’apposito ufficio che il 24 ottobre ha comunicato al direttore generale le proprie conclusioni: «irrogare la sanzione disciplinare di licenziamento senza preavviso ai sensi dell’articolo 55 quater, comma 1 lettera a) del decreto legislativo 165 del 2001», come si legge nella delibera pubblicata sull’albo pretorio on line della Asl. Un verbale trasmesso all’unità gestione del personale e al direttore generale «per l’esecuzione e per le valutazioni relative all’eventuale rilevanza penale delle condotte sanzionate».
Nel particolare, la veterinaria, che per il proprio lavoro si sposta negli allevamenti per i controlli programmati, non sarebbe stata nell’azienda dove avrebbe dovuto essere durante l’orario di lavoro.
Più o meno simile la situazione dell’altro dipendente licenziato dalla Asl. In questo caso si tratta di un medico del pronto soccorso di Atri, Umberto Del Papa, nei cui confronti la sanzione del licenziamento senza preavviso sarebbe stata irrogata una ventina di giorni fa. In questo caso il dipendente starebbe già preparando il ricorso contro il licenziamento che ritiene ingiusto.
Anche nel suo caso l’ufficio procedimenti disciplinari, al termine dell’istruttoria, ha disposto il licenziamento perchè la presenza del dipendente al lavoro non concorderebbe con le timbrature del cartellino.
Non sono i primi casi di inchieste sui cosiddetti “furbetti del cartellino” alla Asl. Per alcuni è la procura che indaga, come il caso degli 11 dipendenti del distretto sanitario di Atri. In altri casi è in corso il processo di primo grado, come per alcuni operatori del Sian.
Ci sono poi altri casi di licenziamenti disposti dalla Asl per varie motivazioni, che vanno appunto da false attestazioni riguardo alla presenza in servizio, all’appropriazione del pagamento di prestazioni nell’attività professionale intramuraria. Nel caso di irregolarità nell’attestazione della presenza sul lavoro i vertici Asl fanno sapere che «si tratta di un atto dovuto. La disciplina dei licenziamenti è una materia vincolante nei casi di assenza dal servizio per cui peraltro non sono previste gradazioni nella sanzione. E’ previsto solo il licenziamento». In particolare con il decreto Madia i dipendenti per cui si provano questi tipi di condotte vanno licenziati entro 30 giorni.
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