Uccise il papà, pena ridotta da 21 a 14 anni
Sentenza d'appello per l'architetto 48enne dopo il ricorso accolto in cassazione sulle attenuanti generiche
SILVI. A gennaio la Cassazione ha fatto sua la certezza dell’omicidio volontario, sancita in primo e secondo grado, aprendo la strada a una riduzione della pena con l’accoglimento del ricorso della difesa sulla concessione delle attenuanti generiche prevalenti sull’aggravante e rinviando per questo alla Corte d’appello di Perugia. E ieri i giudici hanno ridotto da 21 a 14 anni la pena per Giuseppe Di Martino, il 48enne architetto di Silvi accusato di aver strozzato il 73enne padre Giovanni al termine di un violento litigio scoppiato nella casa di Silvi nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2019. In primo grado era stato condannato a 25 anni, in appello a 21. Le motivazioni saranno depositate tra novanta giorni. (d.p.)
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