Violenza in famiglia, mani strette sul collo delle figlie: «Voleva farci spiare la mamma»

Papà finisce ai domiciliari per maltrattamenti sulle due ragazze di 17 e 15 anni e sulla moglie. Le minorenni confermano le accuse nel corso dell’incidente probatorio: «Era diventato geloso»
TERAMO. Lo hanno raccontato una prima volta quando la loro mamma ha presentato la denuncia. Lo hanno confermato nei difficili momenti di un incidente probatorio quando sono state cristallizzate le loro accuse nei confronti del papà che da febbraio è agli arresti domiciliari per maltrattamenti a moglie e due dei quattro figli, una ragazza di 17 e una di 15 anni.
Le due sorelle, per oltre 4 ore, hanno parlato davanti a psicologa e giudice ricostruendo fatti e circostanze di un ultimo anno in cui, molto probabilmente, le difficoltà di una coppia hanno preso il sopravvento sull’essere genitori con l’uomo accusato di aver maltrattato le ragazze a cui, secondo l’ipotesi accusatoria tutta da dimostrare nel corso dell’indagine, avrebbe chiesto di spiare i movimenti della moglie – dal controllare con chi uscisse alle telefonate ricevute sul cellulare – fino a quella mano stretta sul collo di entrambe che le ha spaventate davvero tanto in un crescendo di paura e inquietudine.
Secondo la denuncia della donna i maltrattamenti psichici e fisici sarebbero iniziati a causa della gelosia dell’uomo ben presto sfociati in atteggiamenti ritenuti vessatori. Atteggiamenti che, sostiene l’accusa, avrebbero portato la donna a lasciare la casa con i figli e a presentare la denuncia per maltrattamenti con la più grande che si sarebbe confidata con un insegnante e la più piccola che avrebbe scritto una lettera ai carabinieri.
L’incidente probatorio chiesto dal pm Elisabetta Labanti, titolare del fascicolo, si è svolto nella giornata di ieri davanti al giudice Roberto Veneziano. L’indagato (assistito dall’avvocato Pier Francesco Manisco) ha sempre respinto ogni accusa.
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