studio di FONDAZIONE IMPRESA

«Abruzzo facile per piccole aziende» E’ polemica

PESCARA. L'Abruzzo si distacca dai territori del Sud Italia e guadagna la quarta posizione nella classifica delle regioni italiane in cui fare impresa risulterebbe più semplice. E' quanto emerge da...

PESCARA. L'Abruzzo si distacca dai territori del Sud Italia e guadagna la quarta posizione nella classifica delle regioni italiane in cui fare impresa risulterebbe più semplice. E' quanto emerge da un'indagine sul «Disagio imprenditoriale» condotta da Fondazione Impresa e i cui risultati sono stati pubblicati ieri dal quotidiano il Sole 24 Ore. L'indagine della Fondazione, che ha come mission proprio quella di effettuare studi e ricerche sulle piccole imprese e sulla Green economy, individua i territori in cui fare impresa è più difficile. Ai risultati si è arrivati miscelando 12 indicatori, dalla variazione di imprese attive fra le microimprese (cioè quelle fino a cinque addetti) al tasso di sopravvivenza delle aziende a cinque anni, fino all'impatto della recessione, al credit crunch, alla dotazione infrastrutturale e di banda larga. Se per il Meridione i dati emersi sono poco confortanti, a distaccarsi dalle regioni del Sud, assieme alla Puglia, c'è soprattutto l'Abruzzo, con un indice pari a 48,3 che si contrappone al 54,8 nazionale. Tra i fattori positivi vi sono una discreta performance creditizia e il basso numero di fallimenti - 13,5 ogni 10mila, contro i 22,2 di media italiana - e l'elevata densità autostradale. A livello nazionale, sulle prime otto regioni che fanno registrare risultati negativi, sei sono del Sud. Maglia nera va alla Campania, con un indice pari a 65, seguita da Basilicata (60,3) e Marche (59,8). Per quanto riguarda la regioni del Nord, spicca il dato della Lombardia, con un indice pari a 54. Per le associazioni abruzzesi delle piccole imprese i risultati dell'indagine sono sì positivi, ma si scontrano con la realtà quotidiana, caratterizzata da problemi legati all'accesso al credito, alla pressione fiscale e alla burocrazia. Si concentra proprio sul fattore burocrazia il direttore regionale di Confartigianato, Daniele Giangiulli, che parla di «fardelli inutili assolutamente da evitare. Il compito della Regione», evidenzia Giangiulli, «è favorire l'attività delle imprese: si può fare molto per alleggerire la burocrazia e semplificare la vita degli imprenditori». Altro grave problema, secondo il direttore di Confartigianato è la pressione fiscale che, «essendo la più alta d'Italia, non permette di attrarre capitali e investimenti in Abruzzo». Per il direttore regionale di Confesercenti, Enzo Giammarino, «il quotidiano che gli imprenditori vivono è un quotidiano complicato: non è semplice fare impresa in Abruzzo. Certo, si sta lavorando sulla semplificazione amministrativa», sottolinea Giammarino, «ma la strada è ancora lunga, mentre la crisi economica continua a complicare la situazione». Italo Ferrante, presidente di Confapi Abruzzo, nonostante «tutte le problematiche che incontrano gli imprenditori», si dice ottimista e accoglie positivamente i risultati dell'indagine. «Spesso ci concentriamo sui nostri problemi», osserva Ferrante, «e non ci rendiamo conto che c'è chi ne ha di più. Chiaramente, restano i soliti problemi, quali la burocrazia, la pressione fiscale e l'accesso al credito».

Lorenzo Dolce

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