Abruzzo, oltre cento vertenze: migliaia di lavoratori coinvolti
Ranieri (Cgil): "Con la crisi Covid, il rischio a partire da settembre è che le aziende delocalizzino le produzioni"
PESCARA. Oltre cento, le vertenze aziendali in corso in Abruzzo: a quelle vecchie, come Honeywell, Intecs o Pilkington, si aggiungono le nuove nell'ambito della crisi da Covid-19, come quelle Yokohama o Betafence. Il risultato è che, in questo Ferragosto, in tutta la regione migliaia di lavoratori non hanno certezze sul futuro.
«La situazione è pesante» commenta il segretario regionale Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, «ci sono multinazionali che hanno annunciato la chiusura. È un segnale molto preoccupante: con la crisi Covid, potremmo avere realtà che, per scelte puramente aziendali, decideranno di ridurre la filiera e delocalizzare. Alle vecchie vertenze che non hanno trovato soluzione se ne aggiungono di nuove. Migliaia gli interessati. Quando chiude una grande impresa c'è sempre un effetto moltiplicatore negativo per l'indotto».
«A settembre, ci sarà da lavorare intensamente. Dovremo cercare di aiutare anche le Pmi, che hanno un ruolo fondamentale in Abruzzo. L'occupazione dovrebbe essere rilanciata anche con investimenti pubblici», chiosa Ranieri, «penso al Masterplan: quegli interventi dovrebbero partire subito e invece sono stati definanziati».