dichiarazioni 2016
Abruzzo, reddito giù Pescara maglia nera
PESCARA. Crolla il reddito dichiarato nel 2016 dagli abruzzesi, con un divario ben superiore rispetto alla media italiana. L’anno scorso, infatti, l'Italia ha chiuso con 833.538 milioni dichiarati...
PESCARA. Crolla il reddito dichiarato nel 2016 dagli abruzzesi, con un divario ben superiore rispetto alla media italiana. L’anno scorso, infatti, l'Italia ha chiuso con 833.538 milioni dichiarati all’erario, vale a dire il 4,4% in meno rispetto all’anno precedente. E in Abruzzo, le cose sono andate anche peggio, con gli indicatori di tutte e quattro le province al ribasso.
A guidare la classifica negativa c’è Pescara, dove la diminuzione è stata del 6,3%. A Chieti, sempre rispetto al 2015, il reddito dichiarato è sceso del 6%, mentre a L’Aquila la differenza si è attestata sul 5,8%. Teramo è provincia abruzzese più virtuosa, dove la forbice ha colpito “solo” per il 5,7%.
I dati sono contenuti nel report pubblicato ieri da “Il Sole 24 Ore”, la fotografia di una nazione che arranca sotto i colpi della crisi economica e della disoccupazione, un Paese che ha perso contribuenti, gettito, e nel quale le famiglie hanno visto la progressiva e inesorabile riduzione del potere d’acquisto. È in provincia di Milano, con 28.300 euro annui pro-capite, che si registra il reddito medio più elevato. Dall’altra parte ci sono Ragusa, Crotone e Agrigento, i territori più poveri, dove il reddito medio si aggira sui 15mila euro l’anno. Poco più su le province abruzzesi, con i 16.685 di Teramo, i 17.279 euro di Chieti, i 18.348 dell’Aquila, i 18.663 di Pescara. Ma la crisi, si evince dal report del Sole 24 ore, non ha riguardato tutti allo stesso modo. Il calo più consistente si è verificato tra le fasce fino a 15mila euro di reddito, da ricondurre sostanzialmente alla perdita di posti di lavoro precari, mentre è aumentata la percentuale di chi dichiara più di 75mila euro l’anno. A livello complessivo, l’imponibile dei lavoratori dipendenti si è attestato al 52%, ma è aumentato fino a superare il 30% quello dei pensionati. In mezzo la galassia dei professionisti. (a.ba.)
A guidare la classifica negativa c’è Pescara, dove la diminuzione è stata del 6,3%. A Chieti, sempre rispetto al 2015, il reddito dichiarato è sceso del 6%, mentre a L’Aquila la differenza si è attestata sul 5,8%. Teramo è provincia abruzzese più virtuosa, dove la forbice ha colpito “solo” per il 5,7%.
I dati sono contenuti nel report pubblicato ieri da “Il Sole 24 Ore”, la fotografia di una nazione che arranca sotto i colpi della crisi economica e della disoccupazione, un Paese che ha perso contribuenti, gettito, e nel quale le famiglie hanno visto la progressiva e inesorabile riduzione del potere d’acquisto. È in provincia di Milano, con 28.300 euro annui pro-capite, che si registra il reddito medio più elevato. Dall’altra parte ci sono Ragusa, Crotone e Agrigento, i territori più poveri, dove il reddito medio si aggira sui 15mila euro l’anno. Poco più su le province abruzzesi, con i 16.685 di Teramo, i 17.279 euro di Chieti, i 18.348 dell’Aquila, i 18.663 di Pescara. Ma la crisi, si evince dal report del Sole 24 ore, non ha riguardato tutti allo stesso modo. Il calo più consistente si è verificato tra le fasce fino a 15mila euro di reddito, da ricondurre sostanzialmente alla perdita di posti di lavoro precari, mentre è aumentata la percentuale di chi dichiara più di 75mila euro l’anno. A livello complessivo, l’imponibile dei lavoratori dipendenti si è attestato al 52%, ma è aumentato fino a superare il 30% quello dei pensionati. In mezzo la galassia dei professionisti. (a.ba.)