Abruzzo, tagli per 322 milioni

19 Giugno 2010

Confindustria regionale si appella alla Marcegaglia: sacrifici insostenibili

PESCARA. Nel biennio 2011-2012 l'Abruzzo potrebbe perdere 322 milioni di euro di trasferimenti statali. E' l'effetto della manovra del ministro dell'Economia Tremonti bocciata da tutte le Regioni, compresa l'Abruzzo.

Una manovra insostenibile per il governatore Gianni Chiodi, perché prosciugherebbe le già povere casse della Regione. Il settore più penalizzato, secondo un'elaborazione del Sole 24 Ore sarebbe il trasporto pubblico locale che perderebbe 114,7 milioni. Agli incentivi alle imprese verrebbero tagliati 36,9 milioni, 29,1 all'edilizia popolare, 82,2 milioni alla viabilità, 20,4 milioni all'ambiente. Ulteriori 39 milioni verrebbero limati da altri settori. All'Abruzzo che ha un bilancio di 2miliardi 600milioni, di cui 2 miliardi 300milioni sono assorbiti dalla sanità, non resterebbe di fatto nulla se non l'indispensabile per pagare gli stipendi dei duemila dipendenti e gli affitti delle onerose sedi di Pescara e L'Aquila.

Secondo il governo i tagli risulteranno meno onerosi con il passaggio dei servizi ai costi standard, ma siamo ancora nel campo delle ipotesi. La realtà è la durezza delle cifre, che ha spinto ieri il presidente di Confindustria Abruzzo Mauro Angelucci a scrivere un'accorata lettera alla presidente nazionale dell'associazione Emma Marcegaglia perché intervenga sul governo per mitigare gli effetti della manovra finanziaria, pur condividendo la necessità che si invervenga «per ridurre la spesa pubblica». Angelucci sottolinea che i tagli colpiscono non tanto le sacche di inefficienza e di spreco quanto «le risorse destinate a investimenti e infrastrutture come i Fas, che per regioni con l'Abruzzo costituiscono parte importante delle risorse disponibili a favore dello sviluppo».

A preoccupare Confindutria è anche l'articolo 43 del decreto, dove si sostituiscono le zone franche urbane con le cosiddette zone a burocrazia zero. Misura quest'ultima condivisa da Angelucci, ma non a scapito delle Zfu, che in Abruzzo sono state istituite («ma aspettano da tempo di essere rese operative») con delibera Cipe a Pescara e a L'Aquila dopo il terremoto.

Proprio il terremoto è la terza questione posta da Confindustria Abruzzo alla Marcegaglia. Il presidente Angelucci sottolinea come «gli effetti della finanziaria, così come ora formulata, potrebbero essere veramente disastrosi, sia con riferimento al ricordato problema delle zone franche urbane, sia con riferimento ai tempi e alle risorse necessarie per la ricostruzione, sia soprattutto, con riferimento al problema dei benefici fiscali concessi a quei territori all'indomani dell'evento tellurico».

Confindustria chiede poi che «si riaccendano i riflettori» sulla ricostruzione «che di fatto al momento non parte». Ma la questione più urgente su cui insiste Angelucci è quella fiscale. Poiché dal 1º luglio «si prevede il ritorno al pagamento delle tasse e dei contributi, salvo poche categorie di autonomi, e dall'altra la restituzione di quanto avuto già a partire dal 1º gennaio 2011». Una questione quest'ultima che Confindustria Abruzzo considera «farsesca». «Che senso ha aver concesso un beneficio», si chiede Angelucci, «se poi se ne chiede la restituzione totale e praticamente immediata?»

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