«Affari e politica, la svolta c’è»
Pagano: siamo la nuova classe dirigente fuori dai vecchi schemi e ricatti.
PESCARA. «La gente pretende non solo amministratori onesti ma anche un governo che amministri con serietà e capacità. Il Patto etico non rigarda solo la lotta al malaffare ma la politica deve adoperarsi concretamente nel fare gli interessi dei cittadini». Nazario Pagano presidente del Consiglio regionale, esponente del Pdl si dichiara pronto a sostenere l’invito del direttore de il Centro, Luigi Vicinanza che nell’editoriale del 9 agosto aveva sollecitato un “Patto etico” per ridare fiducia alla politica condiviso da destra e sinistra.
Un Patto che preveda rettitudine morale, codici di comportamento, trasparenza e rigore.
Al dibattito hanno partecipato con delle proposte esponenti del centrosinistra, come: Carlo Costantini dell’Idv; Silvio Paolucci e Camillo D’Alessandro del Pd; Marco Fars e Maurizio Acerbo di Rifondazione; per il Pdl, Gianfranco Giuliante e il vice presidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello.
Presidente Pagano lei pensa che sia possibile in Abruzzo concretizzare questo invito alla costruzione di un Patto morale?
«Un Patto morale è una necessità per recuperare quel rapporto virtuoso con i cittadini e il mondo delle imprese. Posso assicurare che una nuova classe politica è già nata. Uno sforzo che a mio giudizio sta coinvolgendo anche il Pd».
Non è una valutazione ottimista rispetto alla realtà?
«Parlo di questa nuova classe dirigente che non è coinvolta con le logiche passate. Io vedo che il nuovo è nato nel centrodestra con il presidente Gianni Chiodi».
Può farci qualche esempio?
«Vedo persone non collegate con interessi particolari. In questi primi mesi di giunta e governo regionale stiamo dando ampia prova di questo essere nel concreto nuova classe politica»
Non le sembra davvero eccessivo che in pochi mesi di governo regionale si sia prodotta questa rivoluzione?
«C’è forse un eccesso di cambiamento rispetto al passato»
Presidente lei vede questa realtà ma le sue parole cadono in uno scenario fatto di inchieste della procura di Pescara e di mogli “risentite” ma che non fanno dormire sonni tranquilli ad alcuni suoi colleghi di partito.
«Le accuse tutte da dimostrare della signora Maria Maurizio ex consorte del deputato Sabatino Aracu, sono legate sempre agli stessi vecchi schemi. Quando il presidente Chiodi ed io il 27 gennaio scorso durante i discorsi di insediamento alla Regione abbiamo parlato di quel rigore morale che deve essere più saldo rispetto al passato, lo abbiamo fatto citando proprio l’Abruzzo rispetto ad altre zone d’Italia constatando le diverse inchieste che hanno travolto la Regione e un Comune come quello di Pescara. Io dico che un passo in avanti lo abbiamo fatto».
Lei come presidente del Consiglio regionale parla della sua parte politica o dell’intera assemblea?
«Di tutti. Vedo con soddisfazione che c’è qualcosa di nuovo e promettente anche nel rapporto tra maggioranza e opposizione»
Qualche esempio?
«Le nomine negli enti regionali sono state fatte non più con la solita orda di politici non eletti che andavano prima ad occupare cariche e posti pagati dalla Regione».
Carlo Costantini capogruppo dell’Idv e Maurizio Acerbo capogruppo di Rifondazione hanno sollecitato l’anagrafe degli eletti per dare trasparenza alle proprietà e alle scelte dei politici. Lei pensa che sia una buona idea?
«Sull’anagrafe degli eletti e la trasparenza dei beni dei politici si può anche concretizzare una legge regionale, ma io ribadisco che ora già abbiamo l’obbligo di pubblicizzare i nostri redditi»
Costantini faceva l’esempio di molti enti regionali che aggirando regole fanno assunzioni in modo diretto creando le basi di quel clientelismo che lei dice di voler sconfiggere.
«Costantini ha sollevato un problema reale, posso dire che due legislature fa io e Costantini abbiamo presentato una legge che bloccava questo malcostume, legge rimasta inapplicata. Si tratta di enti pubblici a rilevanza economica, società che si occupano di trasporti, risorse idriche, smaltimento dei rifiuti; questi enti devono essere sottoposti a nuove regole e la legge da noi presentata imponeva concorsi pubblici. Quella legge venne dichiarata costituzionale ma è rimasta inapplicata. Ritengo che sia un errore e per questo con il presidente Chiodi la renderemo operativa».
Questo ci riporta al Patto etico, che oltre alle buone intenzioni deve fondarsi su leggi e norme chiare e condivise. Lei che è presidente di un’assemblea legislativa cosa intende fare?
«Una etica di nuova generazione prevede un rapporto diverso con la gente. Il cittadino non deve andare dal politico per cercare lavoro, ma deve essere il politico e l’amministratore a creare le condizioni di maggiori occasioni di occupazione. Questo è il Patto etico. Ossia è in primo luogo il superare ricatti e condizionamenti di potere. Sono d’accordo con il direttore de il Centro Luigi Vicinanza che indica non solo una politica sobria, ma anche un Patto legislativo per creare anche buone leggi».
Lei parla di leggi ma le imprese che sono un mondo verso la quale la politica non è affatto indifferente può accettare senza entrarvi, le vostre leggi?
«Io penso a leggi che devono cambiare il rapporto tra imprenditori e politica. il mondo dell’impresa sta cercando un nuovo modo di rapportarsi con la politica, sta mutando la classe dirigente, ci sono giovani che chiedono per primi regole e competitività e pensano ad un nuovo modello di sviluppo».
Presidente Pagano lei ricorderà che il Centro attraverso il suo sito il Centro.it ha raccolto le firme per il taglio degli stipendi e pensioni degli amministratori regionali, lei aveva promesso una legge. A che punto è questa legge?
«E’ pronta ed è già stata consegnata ai componenti dell’ufficio di presidenza del Consiglio. Ora toccherà alla maggioranza e all’opposizione visionare il testo che prevede tagli alle indennità e ai vitalizi. A settembre apriremo la discussione e voteremo».
Un Patto che preveda rettitudine morale, codici di comportamento, trasparenza e rigore.
Al dibattito hanno partecipato con delle proposte esponenti del centrosinistra, come: Carlo Costantini dell’Idv; Silvio Paolucci e Camillo D’Alessandro del Pd; Marco Fars e Maurizio Acerbo di Rifondazione; per il Pdl, Gianfranco Giuliante e il vice presidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello.
Presidente Pagano lei pensa che sia possibile in Abruzzo concretizzare questo invito alla costruzione di un Patto morale?
«Un Patto morale è una necessità per recuperare quel rapporto virtuoso con i cittadini e il mondo delle imprese. Posso assicurare che una nuova classe politica è già nata. Uno sforzo che a mio giudizio sta coinvolgendo anche il Pd».
Non è una valutazione ottimista rispetto alla realtà?
«Parlo di questa nuova classe dirigente che non è coinvolta con le logiche passate. Io vedo che il nuovo è nato nel centrodestra con il presidente Gianni Chiodi».
Può farci qualche esempio?
«Vedo persone non collegate con interessi particolari. In questi primi mesi di giunta e governo regionale stiamo dando ampia prova di questo essere nel concreto nuova classe politica»
Non le sembra davvero eccessivo che in pochi mesi di governo regionale si sia prodotta questa rivoluzione?
«C’è forse un eccesso di cambiamento rispetto al passato»
Presidente lei vede questa realtà ma le sue parole cadono in uno scenario fatto di inchieste della procura di Pescara e di mogli “risentite” ma che non fanno dormire sonni tranquilli ad alcuni suoi colleghi di partito.
«Le accuse tutte da dimostrare della signora Maria Maurizio ex consorte del deputato Sabatino Aracu, sono legate sempre agli stessi vecchi schemi. Quando il presidente Chiodi ed io il 27 gennaio scorso durante i discorsi di insediamento alla Regione abbiamo parlato di quel rigore morale che deve essere più saldo rispetto al passato, lo abbiamo fatto citando proprio l’Abruzzo rispetto ad altre zone d’Italia constatando le diverse inchieste che hanno travolto la Regione e un Comune come quello di Pescara. Io dico che un passo in avanti lo abbiamo fatto».
Lei come presidente del Consiglio regionale parla della sua parte politica o dell’intera assemblea?
«Di tutti. Vedo con soddisfazione che c’è qualcosa di nuovo e promettente anche nel rapporto tra maggioranza e opposizione»
Qualche esempio?
«Le nomine negli enti regionali sono state fatte non più con la solita orda di politici non eletti che andavano prima ad occupare cariche e posti pagati dalla Regione».
Carlo Costantini capogruppo dell’Idv e Maurizio Acerbo capogruppo di Rifondazione hanno sollecitato l’anagrafe degli eletti per dare trasparenza alle proprietà e alle scelte dei politici. Lei pensa che sia una buona idea?
«Sull’anagrafe degli eletti e la trasparenza dei beni dei politici si può anche concretizzare una legge regionale, ma io ribadisco che ora già abbiamo l’obbligo di pubblicizzare i nostri redditi»
Costantini faceva l’esempio di molti enti regionali che aggirando regole fanno assunzioni in modo diretto creando le basi di quel clientelismo che lei dice di voler sconfiggere.
«Costantini ha sollevato un problema reale, posso dire che due legislature fa io e Costantini abbiamo presentato una legge che bloccava questo malcostume, legge rimasta inapplicata. Si tratta di enti pubblici a rilevanza economica, società che si occupano di trasporti, risorse idriche, smaltimento dei rifiuti; questi enti devono essere sottoposti a nuove regole e la legge da noi presentata imponeva concorsi pubblici. Quella legge venne dichiarata costituzionale ma è rimasta inapplicata. Ritengo che sia un errore e per questo con il presidente Chiodi la renderemo operativa».
Questo ci riporta al Patto etico, che oltre alle buone intenzioni deve fondarsi su leggi e norme chiare e condivise. Lei che è presidente di un’assemblea legislativa cosa intende fare?
«Una etica di nuova generazione prevede un rapporto diverso con la gente. Il cittadino non deve andare dal politico per cercare lavoro, ma deve essere il politico e l’amministratore a creare le condizioni di maggiori occasioni di occupazione. Questo è il Patto etico. Ossia è in primo luogo il superare ricatti e condizionamenti di potere. Sono d’accordo con il direttore de il Centro Luigi Vicinanza che indica non solo una politica sobria, ma anche un Patto legislativo per creare anche buone leggi».
Lei parla di leggi ma le imprese che sono un mondo verso la quale la politica non è affatto indifferente può accettare senza entrarvi, le vostre leggi?
«Io penso a leggi che devono cambiare il rapporto tra imprenditori e politica. il mondo dell’impresa sta cercando un nuovo modo di rapportarsi con la politica, sta mutando la classe dirigente, ci sono giovani che chiedono per primi regole e competitività e pensano ad un nuovo modello di sviluppo».
Presidente Pagano lei ricorderà che il Centro attraverso il suo sito il Centro.it ha raccolto le firme per il taglio degli stipendi e pensioni degli amministratori regionali, lei aveva promesso una legge. A che punto è questa legge?
«E’ pronta ed è già stata consegnata ai componenti dell’ufficio di presidenza del Consiglio. Ora toccherà alla maggioranza e all’opposizione visionare il testo che prevede tagli alle indennità e ai vitalizi. A settembre apriremo la discussione e voteremo».