L'AQUILA

Ai cervi si può sparare, via libera alla caccia da lunedì / MOTIVAZIONI E AGGIORNAMENTI

I giudici del Tar respingono il ricorso sulla sospensione della delibera regionale che prevede l'abbattimento di 469 esemplari nell'Aquilano: "Gli esemplari più giovani a gennaio". L'ultima parola nella Commissione di venerdì

L'AQUILA. Ai cervi si può sparare. A stabilirlo sono i giudici del  Tribunale amministrativo regionale (Tar) dell'Aquila che hanno respinto il ricorso con il quale veniva chiesta la sospensione della delibera della giunta regionale che prevede da lunedì prossimo (e fino al 15 marzo 2025) la caccia a 469 cervi nelle aree dell'Aquilano

Il ricorso amministrativo era stato presentato dalle associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia contro la delibera della giunta Marsilio che consente ai cacciatori, da lunedì 14 ottobre, di uccidere 469 esemplari in due comprensori dell’Aquilano.

Secondo i giudici il rischio per la specie non è dimostrato, pertanto è stato ritenuto di poter dare preminenza a quello della sicurezza stradale che include anche la tutela dell’incolumità fisica degli uomini.

Le motivazioni dei giudici partono dalla legge 157/92 che dice che il cervo rientra tra le specie cacciabili; per quel che riguarda la delibera (DGR 509/2024) impugnata rilevano che è stata adottata in attuazione della pianificazione contenuta nel Piano faunistico venatorio, sottoposta favorevolmente alle procedure V.a.s. (Valutazione ambientale strategica) e V.Inc.a. (Valutazione incidenza ambientale).

In riferimento ai danni alle colture provocati dai cervi e che sono alla base della delibera, anche in questo caso il Tar ritiene che la valutazione sia stata oggetto nel Piano faunistico venatorio regionale (Pvfr). "In ogni caso", sottolineano i giudici, "si rileva che il prelievo approvato con la DGR 509/2024 in attuazione del PFVR è relativo alla caccia di selezione e non al controllo delle specie ai sensi dell’art. 19 della Legge157/92 che deve essere motivato da specifici e reiterati conflitti con attività antropiche o da interazione negative con altre specie".

Secondo il Tar la proposta di gestione dà atto "del miglioramento e della standardizzazione della raccolta delle informazioni rispetto agli anni precedenti" che ha consentito "seppur non in termini di certezza assoluta che non trova spazio al di fuori delle scienze esatte", di ottenere una rappresentazione realistica attuale della consistenza e della distribuzione del cervo in Abruzzo. Inoltre, aggiungono i giudici che, non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale, "il numero ottenuto è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presente. E che nonostante la sottostima, i dati della densità sono, comunque, superiori "al valore soglia indicato dall’ISPRA (2 capi /Km2) ed il tasso di prelievo applicato è in linea con gli indicatori ed è pari al 10% del totale degli individui".

Un'ultima valutazione viene effettuata sull'età dei cervi da abbattere. "Il calendario venatorio stabilito con la delibera impugnata", ricordano i giudici, "prevede l’abbattimento degli individui di classe 0 e delle femmine solo a partire da gennaio, quando gli esemplari più giovani avranno un’età tale da essere indipendenti dalla madre".

Eppure contro la delibera  si sono levate le voci delle associazioni animaliste e ambientaliste locali e nazionali, di donne e uomini di cultura come Donatella Di Pietrantonio, Dacia Maraini, Riccardo Milani e Setak, ricercatori e naturalisti, amministratori e singoli cittadini. E ad oggi in  134mila  hanno sottoscritto la petizione on-line lanciata sulla piattaforma change.org, mentre in 47mila hanno già inviato una mail al presidente Marsilio con la richiesta di fermare la caccia ai cervi.

leggi anche: Lo stop alla caccia ai cervi in Commissione, ma alla fine non c'è il voto Ascoltati i rappresentanti di agricoltori, cacciatori, ambientalisti e animalisti. La mozione presentata dalle opposizione rinviata a nuove audizioni. Il motivo: continuare il confronto su un tema così delicato

Sono state avviate anche audizioni in Commissione Agricoltura, ma non si è giunti a nessuna votazione perché la discussione la scorsa settimana è stata rinviata prima a data da destinarsi e poi fissata a venerdì 11 ottobre, alle 12, dal presidente di Commissione, Nicola Campitelli (FdI) in seguito a una precisa richiesta del leader dell’opposizione, Luciano D’Amico, rivolta al centrodestra nell’intervista rilasciata al direttore del Centro, Luca Telese.