Ammalati i bambini più piccoli
I medici di base: «Lasciati soli con la pandemia»
TERAMO. L’influenza A si espande a macchia di leopardo in provincia di Teramo. Per ora pare che il contagio da virus H1N1 sia più esteso nei centri della costa, meno nell’entroterra. Comunque, per ora colpisce soprattutto bambini delle scuole materne ed elementari: da 5-6 giorni le classi sono dimezzate, soprattutto nei centri costieri. Da un paio di giorni però ci sono molte assenze per sospetti casi di influenza A anche alle medie inferiori.
Finora non si sono registrati casi gravi. Il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Teramo, Dante Di Giammartino parla di tre casi di polmoniti in pazienti adulti riconducibili all’influenza A (uno certamente, per gli altri sono in corso verifiche). In più Di Giammartino parla di «tanti accessi al pronto soccorso, per cui però la diagnosi è presunta, visto che non è più obbligatorio fare i test per accertare di che tipo di influenza si tratti. In media comunqne su 10 campioni che preleviamo sei risultano positivi». Di Giammartino osserva anche che «l’influenza ce l’aspettavamo per dicembre e invece ha accelerato i tempi. Già in settimana saranno distribuiti i vaccini al personale sanitario che è disposto a farseli».
In trincea, in realtà, ci sono i medici di base. «Le persone sono molto allarmate», esordisce Ercole Core, segretario teramano della Fimmg (Federazione dei medici di base), «da quel che sentono: non c’è stata informazione univoca. E ad aggravare la situazione è il fatto che la Asl non ha fatto nulla. Noi avevamo chiesto alla Asl e alla Regione di attivare un numero verde: non è stato fatto. Ci hanno lasciati da soli, senza alcun coordinamento: non è questo il modo di affrontare una pandemia. Giovedì riunirà per la seconda volta la commissione per la pandemia della Asl, mentre qui siamo già in pieno marasma». Il medico invita a non affollare i pronto soccorso e a rivolgersi al proprio medico di famiglia.
Proprio sull’organizzazione dell’apparato sanitario in occasione della pandemia il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini ha presentato ieri in consiglio regionale una risoluzione urgente. Secondo Ruffini «la diffusione del virus A/H1N1 viaggia molto più velocemente delle scorte di vaccini a disposizione delle Asl regionali». Ruffini ritiene grave che «la Regione non abbia provveduto ad organizzare un piano per la pandemia (cosa che hanno fatto tutte le Regioni italiane) che dovrebbe comprendere: campagna di comunicazione ai cittadini, formazione del personale intesa come comportamenti univoci, campagna vaccinale, assistenza sanitaria territoriale. Attualmente la pandemia viene affrontata e gestita dai medici di base e dai pediatri di libera scelta, senza alcuna integrazione con ospedali e con i dipartimenti di igiene e prevenzione». Ruffini osserva che «le prime iniziative di prevenzione contro il virus H1N1 delle nostre Asl sono risultate isolate e del tutto inadeguate dal punto di vista organizzativo».
Finora non si sono registrati casi gravi. Il primario del reparto di malattie infettive dell’ospedale di Teramo, Dante Di Giammartino parla di tre casi di polmoniti in pazienti adulti riconducibili all’influenza A (uno certamente, per gli altri sono in corso verifiche). In più Di Giammartino parla di «tanti accessi al pronto soccorso, per cui però la diagnosi è presunta, visto che non è più obbligatorio fare i test per accertare di che tipo di influenza si tratti. In media comunqne su 10 campioni che preleviamo sei risultano positivi». Di Giammartino osserva anche che «l’influenza ce l’aspettavamo per dicembre e invece ha accelerato i tempi. Già in settimana saranno distribuiti i vaccini al personale sanitario che è disposto a farseli».
In trincea, in realtà, ci sono i medici di base. «Le persone sono molto allarmate», esordisce Ercole Core, segretario teramano della Fimmg (Federazione dei medici di base), «da quel che sentono: non c’è stata informazione univoca. E ad aggravare la situazione è il fatto che la Asl non ha fatto nulla. Noi avevamo chiesto alla Asl e alla Regione di attivare un numero verde: non è stato fatto. Ci hanno lasciati da soli, senza alcun coordinamento: non è questo il modo di affrontare una pandemia. Giovedì riunirà per la seconda volta la commissione per la pandemia della Asl, mentre qui siamo già in pieno marasma». Il medico invita a non affollare i pronto soccorso e a rivolgersi al proprio medico di famiglia.
Proprio sull’organizzazione dell’apparato sanitario in occasione della pandemia il consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini ha presentato ieri in consiglio regionale una risoluzione urgente. Secondo Ruffini «la diffusione del virus A/H1N1 viaggia molto più velocemente delle scorte di vaccini a disposizione delle Asl regionali». Ruffini ritiene grave che «la Regione non abbia provveduto ad organizzare un piano per la pandemia (cosa che hanno fatto tutte le Regioni italiane) che dovrebbe comprendere: campagna di comunicazione ai cittadini, formazione del personale intesa come comportamenti univoci, campagna vaccinale, assistenza sanitaria territoriale. Attualmente la pandemia viene affrontata e gestita dai medici di base e dai pediatri di libera scelta, senza alcuna integrazione con ospedali e con i dipartimenti di igiene e prevenzione». Ruffini osserva che «le prime iniziative di prevenzione contro il virus H1N1 delle nostre Asl sono risultate isolate e del tutto inadeguate dal punto di vista organizzativo».