Automotive, Romania chiama Abruzzo

20 Giugno 2014

L’invito a investire rivolto agli operatori della Val di Sangro: noi abbiamo bisogno di voi e per voi è una grande occasione

MOZZAGROGNA. Non c'è bisogno di andare troppo lontano per trovare Paesi in forte evoluzione economica e che hanno sete di nuove sfide e di sviluppo. Basta affacciarsi oltre i Balcani e puntare alla Romania dove l'Italia è già al primo posto per numero di attività presenti con ben 37.450 società. E in tema di Macroregione Adriatica, destinataria privilegiata dei prossimi fondi comunitari, stringere accordi con la Romania può essere una boccata d'ossigeno e un fruttuoso investimento per le piccole e medie imprese abruzzesi.

Di opportunità in Romania si è discusso nella sede di Confindustria di Mozzagrogna, nel cuore della Val di Sangro, dove ci sono tutte le aziende del settore automotive che assicurano buona parte del prodotto interno lordo abruzzese. Presenti i rappresentanti di Confindustria abruzzesi e romeni e diversi imprenditori.

«La logica», spiega Rodolfo D’Angelantonio, consigliere incaricato per l’internazionalizzazione di Confindustria Abruzzo, «non è di chiudere in Italia per aprire in Romania, ma al contrario, valutare le opportunità che offre la Romania come luogo di investimento e crescita abbinate al cuore italiano».

La Romania non è più solo un Paese dove il costo del lavoro e della manodopera sono bassi (pressione fiscale al 16%, costo del lavoro 8.400 euro l'anno, 4,15 euro a ora), ma qualcosa di più, che vuole guardare oltre il concetto di ospitare capannoni. E nell'ambito automotive le prospettive di crescita sono ambiziose.

«L'automotive», sottolinea Marius Cristea, consigliere economico dell'ambasciata romena in Italia, «è un settore chiave per il nostro Paese e rappresenta l'11% del Pil totale. E’ in continua crescita ed è uno dei settori trainanti della nostra economia». Lì nei prossimi 11-12 anni l'automotive andrà a raddoppiare il suo volume che oggi ha un fatturato di 16 miliardi di euro. In Romania producono già 13 dei top 20 della produzione mondiale legata al settore automotive e alcune di queste realtà sono state affiancate da centri di ricerca e sviluppo.

Non si tratta più quindi di sfruttare condizioni favorevoli, ma di competere a livello mondiale.

In Romania ci sono già tre distretti automotive. In particolare Timisoara, dove si produce tutto, dai motori, ai freni, agli pneumatici, è un importante hub per i Paesi limitrofi come Ungheria, che prevede il raddoppio delle auto prodotte nei prossimi 10 anni, Belgrado (Serbia) e Polonia.

Il mercato romeno ha quindi un grande bisogno di fornitori, gli stessi che qui fanno parte del fitto distretto delle piccole e medie imprese locali. Ci sono oltre 60 aziende abruzzesi che hanno già scommesso sulla Romania. Tra queste c'è la Walter Tosto, colosso nella produzione di serbatoi e attrezzature di piombo da impiegare nei settori Oil&gas, petrolchimico, power&energy, food&pharma. «Abbiamo iniziato a conoscere il Paese già dal 2000», racconta Luca Tosto, amministratore delegato dell'azienda che conta 100milioni di euro di fatturato, 8 stabilimenti, di cui 7 in Italia e 1 a Bucarest, «e cominciato ad attingere esperienze e professionalità. Nel 2012 abbiamo acquistato, con la collaborazione dello Stato, la Fecne che realizzava componenti per le due centrali nucleari presenti in Romania. La Fecne era diventata obsoleta per il settore nucleare e noi abbiamo pensato di riconvertirla per le nostre produzioni». «Ha senso per noi investire in Romania», rimarca Tosto, «per il benessere della nostra stessa azienda italiana visto che dobbiamo competere con concorrenti molto agguerriti e dobbiamo poter rispondere con varie armi. Allo stesso tempo puntiamo anche alla formazione: ecco perché in Romania abbiamo sviluppato un master in collaborazione con il politecnico di Bucarest».

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