Autonoma sistemazione, niente soldi
L’ira degli sfollati senza assegni. Il Comune: «Ritardi per elaborare i dati»
L’AQUILA. Il contributo per l’autonoma sistemazione è da pochi giorni aumentato, ma gli aquilani che hanno scelto questa soluzione sono ancora in attesa di poter incassare l’assegno di maggio. E c’è chi - si tratta di un elenco di circa duemila persone - non ha ancora avuto il contributo relativo al mese di aprile. «Ritardi dovuti alla difficoltà iniziale di elaborare i dati» affermano al Comune che promette ora tempi più rapidi per il completamento delle pratiche e il via libera al pagamento. Poco più di 13 mila le domande presentate. Un contributo destinato a chi, all’indomani del terremoto e nelle settimane seguenti, aveva scelto di non stare in albergo o nelle tendopoli.
Una sistemazione autonoma, per l’appunto, che avrebbe dovuto aiutare il governo a fronteggiare meglio l’emergenza e a risolvere il problema degli alloggi per gli oltre 70 mila sfollati aquilani. Una scelta fatta da migliaia di persone che hanno trovato ospitalità da amici e parenti o che avevano una seconda casa in Comuni fuori dal cratere. Ma quel contributo (100 euro a persona che salivano a 200 per i disabili) non è stato erogato nei tempi previsti. Cosicché tantissime sono state le voci di protesta che in questi mesi si sono alzate. I primi a contestare tali ritardi sono stati i comitati cittadini nati all’indomani del terremoto. Poi portavoci della protesta, di chi aveva fatto la domanda per accedere al contributo, sono stati anche alcuni consiglieri comunali. Nel mirino l’assessore alle politiche sociali Luca D’Innocenzo, «colpevole di non aver rispettato i tempi inizialmente previsti per l’espletamento delle pratiche».
«I fondi ci sono» fanno ora sapere dal Comune «si tratta di due milioni e mezzo di euro che dovrebbero coprire le richieste. I ritardi sono soprattutto imputabili alle difficoltà incontrate nell’elaborazione dei dati, spesso incompleti. Ma ora tutto dovrebbe scorrere in modo più rapido».
Come dire che entro un paio di settimane dovrebbero partire gli assegni di maggio e giugno. Ma molti sono gli scontenti. Tanto più che coloro che avevano scelto l’autonoma sistemazione non potrebbero usufruire neppure delle mense allestite nelle tendopoli. Una situazione che rischia di trasformare chi ha scelto questa soluzione in terremotato di serie B. «Ci sono state difficoltà, molte delle quali dovute all’incompletezza dei dati richiesti, che ora sono state risolte» chiarisce il sindaco Massimo Cialente. «Così adesso si potrà andare in modo spedito».
Nel frattempo molte di quelle famiglie in sistemazione autonoma sono rientrate nelle case classificate agibili. Tutte le altre, potranno contare su un assegno più consistente. Il tetto massimo passa da 400 a 600 euro, mentre per i single il contributo diventa di 300 euro. I nuclei familiari composti da due persone avranno diritto a un assegno di 400 euro. Valori, questi, incrementati di 200 euro per ogni componente del nucleo familiare di età superiore a 65 anni o portatore di handicap o, ancora, con una percentiuale di invalidità non inferiore al 67%.
Nel caso di una famigglia con cinque persone, di cui due ultra sessantacinquenni, il contributo sarà pari a mille euro. E si tratta di contributi esentasse. (m.m.)
Una sistemazione autonoma, per l’appunto, che avrebbe dovuto aiutare il governo a fronteggiare meglio l’emergenza e a risolvere il problema degli alloggi per gli oltre 70 mila sfollati aquilani. Una scelta fatta da migliaia di persone che hanno trovato ospitalità da amici e parenti o che avevano una seconda casa in Comuni fuori dal cratere. Ma quel contributo (100 euro a persona che salivano a 200 per i disabili) non è stato erogato nei tempi previsti. Cosicché tantissime sono state le voci di protesta che in questi mesi si sono alzate. I primi a contestare tali ritardi sono stati i comitati cittadini nati all’indomani del terremoto. Poi portavoci della protesta, di chi aveva fatto la domanda per accedere al contributo, sono stati anche alcuni consiglieri comunali. Nel mirino l’assessore alle politiche sociali Luca D’Innocenzo, «colpevole di non aver rispettato i tempi inizialmente previsti per l’espletamento delle pratiche».
«I fondi ci sono» fanno ora sapere dal Comune «si tratta di due milioni e mezzo di euro che dovrebbero coprire le richieste. I ritardi sono soprattutto imputabili alle difficoltà incontrate nell’elaborazione dei dati, spesso incompleti. Ma ora tutto dovrebbe scorrere in modo più rapido».
Come dire che entro un paio di settimane dovrebbero partire gli assegni di maggio e giugno. Ma molti sono gli scontenti. Tanto più che coloro che avevano scelto l’autonoma sistemazione non potrebbero usufruire neppure delle mense allestite nelle tendopoli. Una situazione che rischia di trasformare chi ha scelto questa soluzione in terremotato di serie B. «Ci sono state difficoltà, molte delle quali dovute all’incompletezza dei dati richiesti, che ora sono state risolte» chiarisce il sindaco Massimo Cialente. «Così adesso si potrà andare in modo spedito».
Nel frattempo molte di quelle famiglie in sistemazione autonoma sono rientrate nelle case classificate agibili. Tutte le altre, potranno contare su un assegno più consistente. Il tetto massimo passa da 400 a 600 euro, mentre per i single il contributo diventa di 300 euro. I nuclei familiari composti da due persone avranno diritto a un assegno di 400 euro. Valori, questi, incrementati di 200 euro per ogni componente del nucleo familiare di età superiore a 65 anni o portatore di handicap o, ancora, con una percentiuale di invalidità non inferiore al 67%.
Nel caso di una famigglia con cinque persone, di cui due ultra sessantacinquenni, il contributo sarà pari a mille euro. E si tratta di contributi esentasse. (m.m.)