"Baaria", un regalo da Tornatore
Il regista presenta il film in anteprima: "Sarò felice se riuscirà a distrarvi"
L’AQUILA. Davanti agli occhi le rovine di Onna e del centro storico, nella testa il ricordo del terremoto del Belice che ha vissuto da bambino pur abitando a una certa distanza dalle zone più devastate. Inizia così la giornata del regista siciliano, Giuseppe Tornatore, che ieri ha regalato all’Aquila l’anteprima nazionale del suo ultimo lavoro «Baaria».
«Se per almeno cinque minuti, questo film sarà riuscito a distrarvi, allora potrò dire di essere il regista più felice del mondo». Reduce dal successo a Venezia e Toronto, il regista ha salutato così la platea del Movieplex, divisa in due sale, e quella dell’Auditorium della Guardia di finanza. A conclusione della rassegna «Venezia all’Aquila», il comitato organizzatore di «Campi sonori» ha ricevuto in città alcuni tra gli attori nel cast di uno dei film più attesi della stagione.
Così, insieme a Tornatore, anche Leo Gullotta e Beppe Fiorello hanno condiviso una giornata nel cuore del cratere. Con loro, i due giovani attori protagonisti, Fracesco Scienzo e Margareth Madè. Una piccola sosta alla Casa dello studente e poi all’hotel Duca degli Abruzzi, dove Gullotta ha cercato invano di individuare, tra le macerie, la stanza dove ha alloggiato più volte in passato: «Ho seguito sin dall’inizio la vicenda del terremoto. Nulla tuttavia rende l’idea dell’enorme silenzio che si percepisce nel centro storico distrutto».
Sembra lui il personaggio più carismatico della comitiva, sempre pronto a distribuire baci, abbracci e a farsi immortalare dai cellulari. La prima foto l’ha regalata al vigile Italo Nardinocchi. Poi la visita ad Onna e l’incontro con Guido Bertolaso per entrare nella tendopoli in fase di smantellamento e la nuova area dove sono stati consegnati i moduli abitativi provvisori. Per vedere una famiglia all’opera, sono entrati nell’abitazione di Maria Giuseppina De Felice, ricevuti dalla madre di lei Augusta Rosa. La famiglia è stata tra le prime assegnatarie dei nuovi appartamenti; il regista ed il cast hanno condiviso un momento di rinnovata quotidianità all’interno della casa. Un particolare che è rimasto impresso a Beppe Fiorello.
«Sono sorpreso», ha detto, «di come la signora che ci ha accolto in casa si sia preoccupata di avere la camera in disordine. Questo più che mai il segno di una vita che rinasce». Dopo una breve sosta al cantiere di Bazzano, Tornatore e compagni sono stati ospiti a pranzo della tendopoli di Pizzoli, gestita dalla Regione Sicilia.
Infine, una visita a San Demetrio nelle nuove scuole. Le immagini del film raccontano la storia del borgo di Bagheria (Palermo), a cavallo della guerra. «È la storia di un paese, con le sue evoluzioni nel corso degli anni», ha detto, «un centro con i suoi abitanti e le sue vicende umane in cui spero che anche le persone di questa sala si identifichino». E nella storia drammatica di Peppino e Mannina, protagoisti nella scena della Macondo siciliana, fanno capolino delle scene tragicomiche, grazie anche alla performance di Gullotta, Fiorello e Ficarra e Picone. «Sono conteto», ha concluso «che la prima proiezione l’abbiamo fatta qui».
«Se per almeno cinque minuti, questo film sarà riuscito a distrarvi, allora potrò dire di essere il regista più felice del mondo». Reduce dal successo a Venezia e Toronto, il regista ha salutato così la platea del Movieplex, divisa in due sale, e quella dell’Auditorium della Guardia di finanza. A conclusione della rassegna «Venezia all’Aquila», il comitato organizzatore di «Campi sonori» ha ricevuto in città alcuni tra gli attori nel cast di uno dei film più attesi della stagione.
Così, insieme a Tornatore, anche Leo Gullotta e Beppe Fiorello hanno condiviso una giornata nel cuore del cratere. Con loro, i due giovani attori protagonisti, Fracesco Scienzo e Margareth Madè. Una piccola sosta alla Casa dello studente e poi all’hotel Duca degli Abruzzi, dove Gullotta ha cercato invano di individuare, tra le macerie, la stanza dove ha alloggiato più volte in passato: «Ho seguito sin dall’inizio la vicenda del terremoto. Nulla tuttavia rende l’idea dell’enorme silenzio che si percepisce nel centro storico distrutto».
Sembra lui il personaggio più carismatico della comitiva, sempre pronto a distribuire baci, abbracci e a farsi immortalare dai cellulari. La prima foto l’ha regalata al vigile Italo Nardinocchi. Poi la visita ad Onna e l’incontro con Guido Bertolaso per entrare nella tendopoli in fase di smantellamento e la nuova area dove sono stati consegnati i moduli abitativi provvisori. Per vedere una famiglia all’opera, sono entrati nell’abitazione di Maria Giuseppina De Felice, ricevuti dalla madre di lei Augusta Rosa. La famiglia è stata tra le prime assegnatarie dei nuovi appartamenti; il regista ed il cast hanno condiviso un momento di rinnovata quotidianità all’interno della casa. Un particolare che è rimasto impresso a Beppe Fiorello.
«Sono sorpreso», ha detto, «di come la signora che ci ha accolto in casa si sia preoccupata di avere la camera in disordine. Questo più che mai il segno di una vita che rinasce». Dopo una breve sosta al cantiere di Bazzano, Tornatore e compagni sono stati ospiti a pranzo della tendopoli di Pizzoli, gestita dalla Regione Sicilia.
Infine, una visita a San Demetrio nelle nuove scuole. Le immagini del film raccontano la storia del borgo di Bagheria (Palermo), a cavallo della guerra. «È la storia di un paese, con le sue evoluzioni nel corso degli anni», ha detto, «un centro con i suoi abitanti e le sue vicende umane in cui spero che anche le persone di questa sala si identifichino». E nella storia drammatica di Peppino e Mannina, protagoisti nella scena della Macondo siciliana, fanno capolino delle scene tragicomiche, grazie anche alla performance di Gullotta, Fiorello e Ficarra e Picone. «Sono conteto», ha concluso «che la prima proiezione l’abbiamo fatta qui».