ABRUZZO
Bambini dall'Ucraina, il Tribunale per i minorenni: "Non si fanno adozioni"
Il procuratore capo dell'Aquila interviene sull'accoglienza al fine di evitare gli abusi: "Ogni situazione dev'essera valutata dalgli uffici giudiziari minorili"
L'AQUILA. "E' fondamentale chiarire che dai Paesi in guerra non si fanno adozioni di minori, lo specificano le leggi internazionali e lo motiva il buon senso; inoltre, lo ha ribadito di recente l'Ambasciata d'Ucraina anche nei confronti dell'Italia". Così il Tribunale per i minorenni dell'Aquila interviene per fare chiarezza sull'accoglienza dei profughi più piccoli dell'Ucraina: un intervento volto a prevenire possibili abusi delle condizioni di vulnerabilità in cui gli stessi versano e, come dice lo stesso procuratore capo in una nota, "al fine di evitare equivoci e di sgomberare il campo da possibili distorsioni dell’informazione che viaggia anche sui social network, quasi sempre in buona fede, ma con scarsa conoscenza delle norme". "L’inosservanza dei canali istituzionali che passano attraverso gli Uffici giudiziari minorili va scongiurata", ammonisce il procuratore, "in quanto rischia di essere pregiudizievole per i minori, tutti particolarmente vulnerabili, di violare norme anche penali e addirittura di agevolare - pur se involontariamente - possibili condotte pericolose di terzi, improntate a scarsa trasparenza o al perseguimento di fini diversi, quando non illegali".
L'intervento del Tribunale arriva a margine della drammatica emergenza dei profughi provenienti dalla guerra nella quale sono impegnate Istituzioni e volontariato. "Anche se fortunatamente la maggioranza dei minori è accompagnata da un genitore o da un parente", rileva il procuratore, "in ogni caso e qualunque sia il mezzo mediante il quale i profughi ucraini arrivino in Italia occorre sempre considerare che, quando si tratta di minori non accompagnati da almeno da uno dei genitori, la legge dispone che la loro situazione debba essere valutata dagli uffici giudiziari minorili (procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni e Tribunale per i minorenni)".
Le direttive, assicurano al Tribunale, sono già state diramate affinché le forze dell’ordine, con il coordinamento delle prefetture e l’ausilio degli altri Enti preposti, come la Direzione regionale della Protezione civile, segnalino agli uffici giudiziari, "con urgenza e completezza", gli arrivi in Abruzzo di tutti i minori ucraini che non siano accompagnati da almeno uno dei genitori: "In tali casi, senza una decisione del Tribunale per i Minorenni qualunque accoglienza di minori – anche se provenienti da orfanotrofi o apparentemente in stato di abbandono – non può avvenire legalmente; non è possibile - allo stato - disporre forme di affido o di qualunque tipo di accoglienza presso famiglie, privati o soggetti non abilitati senza il preventivo intervento degli Uffici giudiziari minorili, che sono tenuti a tutti gli accertamenti del caso". "L’accoglienza", è la riflessione che aggiunge il procuratore, " non è efficace se diviene una manifestazione solo emotiva. Essa deve avvenire nelle forme e mediante le competenze previste. Solo entro questi binari la solidarietà della comunità civile sarà di aiuto alle istituzioni e, soprattutto, ai minori cui è rivolta".