Berlinguer, le foto di una passione politica
Bianca la figlia del leader Pci: che belle queste immagini di papà.
PESCARA. «La vedo per la prima volta e mi sembra una bellissima mostra. Mi fa piacere che mio padre sia ricordato con tanto affetto. Ricordo bene la foto con Benigni e mi incuriosiscono le foto dell’inizio della sua militanza, che non avevo mai visto ». Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, era ieri a Pescara per l’inaugurazione della mostra fotografica dedicata a suo padre, Enrico, il segretario del Pci (Partito comunista italiano), organizzata dall’associazione Dagli Appennini alle onde all’Ex Aurum, a 25 anni dalla sua scomparsa, l’11 giugno 1984, a Padova nel corso di un comizio, all’età di 62 anni. La mostra si intitola «Enrico Berlinguer. La vita, la politica, l’etica» e farà da fulcro a convegni, proiezioni di film e presentazioni di libri su Berlinguer. Organizzata in collaborazione con l’associazione Nessun dorma, la mostra presenta 360 foto in bianco e nero montate su 120 pannelli per ripercorrere la vita del segretario del Pci parallelamente ai fatti della politica nazionale e internazionale.
Nata da un’idea di Piero Leo, dirigente della Cgil abruzzese scomparso, la mostra fa ritorno a Pescara da cui ha preso le mosse nel 1989 per girare in gran parte del Paese. L’esposizione è arricchita, oggi, dalle prime pagine dell’Unità sui funerali del leader sassarese. Alberto Menichelli, responsabile della sicurezza di Berlinguer per molti anni, fino alla morte, era presente all’inaugurazione: «L’ho accompagnato in Abruzzo moltissime volte, e il suo legame con la vostra terra era fortissimo». Determinata nel non voler parlare del rapporto personale col padre, Bianca Berlinguer ha risposto alle domande del Cen- tro. Attualmente lei è l’unica donna a ricoprire il ruolo di direttore nell’informazione televisiva nazionale. «Una volta arrivati alla dirigenza si diventa uguali agli uomini », ha detto la primogenita di Enrico Berlinguer. «Quando si deve oltrepassare il muro per le donne è più difficile, in tutti i settori. Ma non sono la prima.
Al Tg3 sono già passate Daniela Brancati e Lucia Annunziata. Nel campo giornalistico è facile vedere tutte donne quando si comincia, poi salendo nei gradi diminuiscono, e dai capiservizio in sù si incontrano sempre più uomini. Le poche che restano solitamente si occupano di cultura. Per le donne arrivare al vertice è più difficile, sempre». La sua scelta professionale è maturata in modo indipendente dalla famiglia? «Ho scelto da sola», ha detto. «Lui accettava le nostre scelte, ma è vero che mi ha prefigurato un percorso difficoltoso. A mia sorella suggerì di studiare l’arabo perché in futuro sarebbe stato importante, diceva. Anch’io l’ho studiato per due anni, poi ho lasciato». L’immagine di suo padre appartiene alla Storia.
Cosa sente di aggiungere? «Contrariamente a quanto si pensa, mio padre sorrideva spesso, soprattutto nella vita privata». La mostra — che resterà allestita fino al 6 gennaio — si può visitare dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 dal martedì al sabato. Di domenica solo nell’orario pomeridiano. La mostra è chiusa il lunedì. L’ingresso è libero.
Nata da un’idea di Piero Leo, dirigente della Cgil abruzzese scomparso, la mostra fa ritorno a Pescara da cui ha preso le mosse nel 1989 per girare in gran parte del Paese. L’esposizione è arricchita, oggi, dalle prime pagine dell’Unità sui funerali del leader sassarese. Alberto Menichelli, responsabile della sicurezza di Berlinguer per molti anni, fino alla morte, era presente all’inaugurazione: «L’ho accompagnato in Abruzzo moltissime volte, e il suo legame con la vostra terra era fortissimo». Determinata nel non voler parlare del rapporto personale col padre, Bianca Berlinguer ha risposto alle domande del Cen- tro. Attualmente lei è l’unica donna a ricoprire il ruolo di direttore nell’informazione televisiva nazionale. «Una volta arrivati alla dirigenza si diventa uguali agli uomini », ha detto la primogenita di Enrico Berlinguer. «Quando si deve oltrepassare il muro per le donne è più difficile, in tutti i settori. Ma non sono la prima.
Al Tg3 sono già passate Daniela Brancati e Lucia Annunziata. Nel campo giornalistico è facile vedere tutte donne quando si comincia, poi salendo nei gradi diminuiscono, e dai capiservizio in sù si incontrano sempre più uomini. Le poche che restano solitamente si occupano di cultura. Per le donne arrivare al vertice è più difficile, sempre». La sua scelta professionale è maturata in modo indipendente dalla famiglia? «Ho scelto da sola», ha detto. «Lui accettava le nostre scelte, ma è vero che mi ha prefigurato un percorso difficoltoso. A mia sorella suggerì di studiare l’arabo perché in futuro sarebbe stato importante, diceva. Anch’io l’ho studiato per due anni, poi ho lasciato». L’immagine di suo padre appartiene alla Storia.
Cosa sente di aggiungere? «Contrariamente a quanto si pensa, mio padre sorrideva spesso, soprattutto nella vita privata». La mostra — che resterà allestita fino al 6 gennaio — si può visitare dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 dal martedì al sabato. Di domenica solo nell’orario pomeridiano. La mostra è chiusa il lunedì. L’ingresso è libero.