Castiglione: non mi muovo dal Pdl

3 Agosto 2010

Richiesta di dimissioni rispedita al mittente. «Giuliante pensi all'Aquila»

PESCARA. «Richiesta irrituale, poi non credo di essere diventato di colpo incompatibile con la carica di assessore». Il vicepresidente della giunta regionale, Alfredo Castiglione, finiano doc, uno dei pochi non pentiti sostenitori in Abruzzo del presidente della Camera, Gianfranco Fini, non accetta di essere messo in discussione dal capogruppo regionale del Pdl, Gianfranco Giuliante.

Come a dire che se una resa dei conti ci dovrà essere nel centrodestra abruzzese, questa non potrà avvenire in maniera estemporanea, dopo che gli input impartiti a livello nazionale, dettati dallo stesso premier Berlusconi, sono quelli di dare seguito alle esperienze di governo, specie laddove hanno dato prova di affidabilità e correttezza nei rapporti politici tra le diverse componenti.

«Sono e rimango nel Popolo della libertà», ribadisce dunque Castiglione. E lo fa in risposta alla lettera aperta che il capogruppo regionale Giuliante gli aveva inviato nei giorni scorsi, per sollecitarlo ad abbandonare le cariche di partito.

«Sono stato nominato vice-coordinatore provinciale del Pdl dai vertici nazionali», rimarca Castiglione, «e potranno essere solo loro a sfiduciarmi e chiedere le mie dimissioni».

Castiglione aggiunge che resterà in carica anche come responsabile regionale dell'associazione finiana Generazione Italia. «Ma non per questo» precisa «credo di essere divenuto incompatibile con il mio ruolo di assessore regionale e vice presidente della Regione. In Abruzzo, continuiamo a collaborare lealmente con il presidente Chiodi, come in passato. A Roma» prosegue Castiglione «c'è una situazione di acqua e olio. In Abruzzo, le cose sono diverse e si lavora con grande armonia. Se poi qualcuno getta benzina sul fuoco, dovrà anche assumersi le proprie responsabilità. Ribadisco la mia permanenza nel partito e dico al collega Giuliante di pensare ai problemi dell'Aquila, che devono essere risolti, e a non tracimare parlando di situazioni che non lo riguardano direttamente».

La lettera di Giuliante è il primo episodio che scuote il Pdl regionale dopo il divorzo sancito a livello nazionale tra Berlusconi e Fini. E potrebbe essere solo l'inizio di uno scontro politico anche in Abruzzo tra l'ala fedele al premier e la componente di Generazione Italia, il movimento-corrente finiano (e prossimo partito col nome di Futuro e libertà) del quale Castiglione è coordinatore regionale.

Nella sua lettera, Giuliante invita il vice presidente della Regione a «un atto di coerenza e chiarezza», in attesa di «quanto una segreteria regionale prossima ventura vorrà decidere sull'atteggiamento da avere dopo la separazione tra Pdl e Futuro e libertà».

Una separazione che tuttavia in Abruzzo non sembra riscuotere molti consensi a giudicare dalle adesioni, poche, che la compomente finiana sta riscuotendo fino a oggi in seno al Popolo della libertà. A parte il vicepresidente Castiglione, infatti, soltanto il consigliere Emilio Nasuti si inserisce sicuramente tra gli iscritti al gruppo politico nascente, «Futuro e libertà», mentre tutta la vecchia componente di Allenza nazionale sembra essersi vaporizzata, completamente assorbita dall'ala berlusconiana. Non è escluso però che, a settembre, alla ripresa dei lavori in consiglio regionale, sarà difficile eludere la presenza dei gruppi finiani già organizzati in Parlamento. (cr.re.)

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