Cirilli e De Angelis Medico in famiglia molto abruzzese
Un Medico in famiglia sempre più abruzzese. La nuova serie, la sesta (in onda da domenica prossima su Raiuno in prima serata) avrà non solo una sceneggiatrice abruzzese, Franca De Angelis, di Pescara, ma anche un corregionale tra i protagonisti. Si tratta di Gabriele Cirilli, l’attore sulmonese che dagli esordi cabarettistici sta sempre più virando verso la fiction tv. Gabriele Cirilli e Franca De Angelis hanno raccontato al Centro il nuovo Medico.
«Il mio personaggio si chiama Dante Piccione», spiega al telefono da Monza, dove vive con la moglie Maria e il figlio Mattia, Gabriele Cirilli, «E’ un ruolo importante e anche impegnativo perché è la parte brillante che nelle serie precedenti era affidata prima a Enrico Brignano e poi a Francesco Salvi».
Cosa combina Piccione?
«Un bel po’ di casini», ride Cirilli, «E’ l’affittuario di un appartamente di proprietà della famiglia Martini. Ma non è che paga sempre l’affitto. Loro hanno bisogno della casa perché Maria e Guido si devono sposare ma non mi trovano mai. Così mandano a cercarmi la governante Melina (Beatrice Fazi) che alla fine diventerà la mia fidanzata. E lei scoprirà che sono un furfantello. Però, pur combinandone di tutti i colori riuscirò a entrare nel cuore della famiglia Martini e troverò grazie a loro anche il lavoro».
Che sensazioni ha avuto a lavorare con un attore di grandissima esperienza come Lino Banfi?
«La cosa straordinaria è stato il feeling che si è creato tra noi. Banfi mi ha fatto tanti complimenti ma mi ha insegnato tantissimo. A differenza di tanti attori maturi lui si mette a disposizione dei giovani, ti insegna i trucchetti. Quali? Beh, io non è che ho fatto molto cinema e non è semplice lavorare in esterna. Lui mi ha insegnato come prendere bene la luce, per dirne una. Ma poi ho scoperto una persona buona, nel profondo del cuore. Che so, quando eravamo in pausa mi mandava il suo accompagnatore con il cocomero, perché gli ho detto che mi piaceva molto. Un giorno eravamo in campagna a girare e ha mandato a comprare salsicce e carne che ha fatto cuocere per tutta la troupe. Banfi è un magnifico professionista e un uomo di grande cuore».
Un episodio particolare?
«Non credo ce ne sia uno speciale. Il bello è che si è creata una famiglia, lo so può sembrare retorica, ma non è così. Era tutto un salutarsi, un aiutarsi reciproco, un ripassare la parte insieme. Questo è stato l’aspetto che mi è piaciuto di più del Medico in famiglia. Credo che il grande successo che hanno avuto finora sia stato dovuto anche a questo, al clima sul set. Anche Giulio Scarpati (Lele), che sembra molto timido, forse anche un po’ inavvicinabile, invece è un gran compagnone».
Lei non è il solo abruzzese della fiction.
«Certo, lo so. E credo proprio grazie alla sceneggiatura di Franca De Angelis che il mio personaggio è abruzzese. Anzi, proprio di Sulmona. Si scopre, infatti, anche se non subito, che vengo da Sulmona dove la mia famiglia ha una confetteria. Mi è piaciuto anche questo, che ricalca la mia vita vera».
L’invenzione del personaggio di Cirilli si deve a lei?
«Sì e no», risponde diplomaticamente al telefono Franca De Angelis, «diciamo che è una scelta dei quattro sceneggiatori principali: io e Giuseppe Badalucco, Antonio Consentino ed Emanuela Del Monaco, che sono marito e moglie. La sua abruzzesità deriva dal fatto che lo è, ovviamente».
Quali sono le novità di questa stagione?
«E’ l’edizione in cui i genitori rivelano delle debolezze e in cui i figli crescono e capiscono che anche i genitori possono sbagliare. A Lele, per esempio, viene in qualche modo fatta pesare la sua lontananza dalla famiglia, pur se per nobili motivi».
«Il mio personaggio si chiama Dante Piccione», spiega al telefono da Monza, dove vive con la moglie Maria e il figlio Mattia, Gabriele Cirilli, «E’ un ruolo importante e anche impegnativo perché è la parte brillante che nelle serie precedenti era affidata prima a Enrico Brignano e poi a Francesco Salvi».
Cosa combina Piccione?
«Un bel po’ di casini», ride Cirilli, «E’ l’affittuario di un appartamente di proprietà della famiglia Martini. Ma non è che paga sempre l’affitto. Loro hanno bisogno della casa perché Maria e Guido si devono sposare ma non mi trovano mai. Così mandano a cercarmi la governante Melina (Beatrice Fazi) che alla fine diventerà la mia fidanzata. E lei scoprirà che sono un furfantello. Però, pur combinandone di tutti i colori riuscirò a entrare nel cuore della famiglia Martini e troverò grazie a loro anche il lavoro».
Che sensazioni ha avuto a lavorare con un attore di grandissima esperienza come Lino Banfi?
«La cosa straordinaria è stato il feeling che si è creato tra noi. Banfi mi ha fatto tanti complimenti ma mi ha insegnato tantissimo. A differenza di tanti attori maturi lui si mette a disposizione dei giovani, ti insegna i trucchetti. Quali? Beh, io non è che ho fatto molto cinema e non è semplice lavorare in esterna. Lui mi ha insegnato come prendere bene la luce, per dirne una. Ma poi ho scoperto una persona buona, nel profondo del cuore. Che so, quando eravamo in pausa mi mandava il suo accompagnatore con il cocomero, perché gli ho detto che mi piaceva molto. Un giorno eravamo in campagna a girare e ha mandato a comprare salsicce e carne che ha fatto cuocere per tutta la troupe. Banfi è un magnifico professionista e un uomo di grande cuore».
Un episodio particolare?
«Non credo ce ne sia uno speciale. Il bello è che si è creata una famiglia, lo so può sembrare retorica, ma non è così. Era tutto un salutarsi, un aiutarsi reciproco, un ripassare la parte insieme. Questo è stato l’aspetto che mi è piaciuto di più del Medico in famiglia. Credo che il grande successo che hanno avuto finora sia stato dovuto anche a questo, al clima sul set. Anche Giulio Scarpati (Lele), che sembra molto timido, forse anche un po’ inavvicinabile, invece è un gran compagnone».
Lei non è il solo abruzzese della fiction.
«Certo, lo so. E credo proprio grazie alla sceneggiatura di Franca De Angelis che il mio personaggio è abruzzese. Anzi, proprio di Sulmona. Si scopre, infatti, anche se non subito, che vengo da Sulmona dove la mia famiglia ha una confetteria. Mi è piaciuto anche questo, che ricalca la mia vita vera».
L’invenzione del personaggio di Cirilli si deve a lei?
«Sì e no», risponde diplomaticamente al telefono Franca De Angelis, «diciamo che è una scelta dei quattro sceneggiatori principali: io e Giuseppe Badalucco, Antonio Consentino ed Emanuela Del Monaco, che sono marito e moglie. La sua abruzzesità deriva dal fatto che lo è, ovviamente».
Quali sono le novità di questa stagione?
«E’ l’edizione in cui i genitori rivelano delle debolezze e in cui i figli crescono e capiscono che anche i genitori possono sbagliare. A Lele, per esempio, viene in qualche modo fatta pesare la sua lontananza dalla famiglia, pur se per nobili motivi».