Consiglio regionale occupato, la lettera di Luciano D’Amico: «Caro Marsilio, denuncia me: sono io il responsabile»

Il consigliere regionale Luciano D’Amico, tramite Il Centro, ha scritto una lettera di risposta al presidente Marsilio. “La tua dichiarazione è un’arma di distrazione di massa”
«Presidente Marsilio, non perdere tempo a visionare i filmati per denunciare i cittadini abruzzesi che hanno manifestato in Consiglio regionale, ma denuncia me. La responsabilità è solo mia, perché in qualità di coordinatore dei Consiglieri del Patto per l’Abruzzo, sono stato io a invitare le Abruzzesi e gli Abruzzesi presenti all’Emiciclo ad entrare nell’Aula consiliare nella parte riservata al pubblico: il Consiglio regionale è casa loro, non dimentichiamolo. E quando sono entrati in tanti per manifestare pacificamente il loro dissenso, non essendo in seduta il Consiglio, sono stato sempre io a invitarli ad accomodarsi nei banchi consiliari, così come tre ore prima ho chiesto ai colleghi Consiglieri di agevolare l’ingresso di una scolaresca in visita, spiegando alle scolare e agli scolari l’importanza di quel luogo e i tanti motivi di fierezza dell’essere abruzzesi.
Sempre io, quando si è diffusa la notizia della riunione del Consiglio regionale spostata nella Sala ipogea, ho inizialmente chiesto ai manifestanti di non andare: in primo luogo, perché la manifestazione voleva e doveva essere assolutamente pacifica, come in effetti è stata; in secondo luogo, perché, come esemplarmente ci insegna Pasolini, noi non ci contrapponiamo ai rappresentanti delle Forze dell’ordine, Poliziotti e Carabinieri, perché come noi sono vittime anche loro dell’aumento delle tasse decise dal suo Governo. E solo quando ho verificato che sarebbe stato molto difficile evitare lo spostamento dei manifestanti alla Sala ipogea, ho chiesto di limitarne il numero a una rappresentanza limitata e simbolica, chiedendo altresì ad alcuni colleghi Consiglieri del Patto per l’Abruzzo di accompagnarli e raccomandando a tutti di non provocare il benché minimo incidente, raccomandazione superflua sicché la manifestazione si è svolta anche in quella fase del tutto pacificamente.
E sempre io ho ringraziato i Giovani Democratici per aver ripulito l’Aula consiliare, ulteriore atto di rispetto verso le istituzioni della nostra amata Regione. Conclusivamente, sono pronto a rendere questa piena confessione dinanzi all’Autorità preposta alla verifica del rispetto della legge; se nel tuo ruolo di Presidente vuoi spostare in Tribunale il Dibattito politico, certo non mi tiro indietro; anzi, cercherò con tutte le mie forze di far sì che anche in questo modo si vada a rafforzare la necessaria correttezza e l’indispensabile trasparenza con cui si deve amministrare il denaro pubblico.
In realtà, la tua dichiarazione sulle denunce mi pare l’ennesimo ricorso al “metodo Ventotene”: parlare d’altro, per non dare risposte sulla sanità, né sull’aumento delle tasse. Armi di distrazione di massa. La tua, Presidente, è una strategia diversiva per impedire agli Abruzzesi di interessarsi alle conoscenze essenziali, finalizzata a mantenere l’attenzione del pubblico deviata dai veri problemi sociali e imprigionata in temi senza nessuna importanza. Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato (… la Notte dei serpenti e le manifestazioni sportive, la transumanza, i paesi dipinti, i Festival dei popoli del Mediterraneo, dannunziano, medievale, della birra, …) senza nessun tempo per pensare e parlare d’altro, per non dare risposte sulla Sanità, né sull’aumento delle tasse.
Al contrario, a proposito di tasse, ti ricordo cosa dice il Presidente della Prima Commissione Bilancio nella Relazione al Consiglio regionale nella seduta del 23 maggio 2024 per la copertura del disavanzo sanitario dell’anno 2023 in merito all’addizionale regionale Irpef: «Istituita per la copertura dei disavanzi pregressi della sanità e da alcuni anni, con la conclusione dei piani di ammortamento delle cartolarizzazioni emesse per la copertura del debito sanitario, non più finalizzata alla spesa sanitaria ma applicata al bilancio corrente per il finanziamento delle spese ordinarie».
E cioè ancora una volta mance, feste, festival e sagre, da ultimo mentre stiamo discutendo dell’aumento delle tasse, anche per finanziare i vari “Giri” ciclistici (350.000 euro), il trentennale del Parco nazionale della Majella (100.000 euro) e, probabilmente, anche la Festa della Repubblica in Spagna (70.000 euro). Tutto prelevando i denari direttamente dalle tasche degli Abruzzesi. Almeno, agli Abruzzesi, diciamo la verità: l’addizionale regionale Irpef prevista dalla legge dello Stato è pari all’1,23%. Per l’anno 2025, esclusivamente per decisione del tuo Governo, avremo una maggiorazione dello 0,44% per i redditi fino a 28.000 euro, dell’1,64% per i redditi fino a 50.000 euro e del 2,10% per i redditi oltre i 50.000 euro. Una stangata con cui nella sostanza si porta al massimo il livello delle aliquote consentite dalla legge (diciamo agli Abruzzesi che per i redditi fino a 28.000 euro il massimo prelievo possibile è pari a 1,73% e che il differenziale rispetto alla maggiorazione prevista dal Governo regionale pari allo 0,06% significa 1 solo euro al mese!).
Poi, la Sanità. Parliamone. Perché l’Abruzzo ha una sola Casa della salute e l’Emilia Romagna – a sostanziale parità di finanziamento – ne ha 125 che salgono a 223 considerando i presidi medicalizzati o con presenza di personale infermieristico? Perché nella prevenzione siamo tra gli ultimi in Italia? E perché nei Livelli essenziali di assistenza l’Abruzzo consegue la valutazione di 184,59 su 300 e l’Emilia Romagna 285,20 sempre su 300? L’elenco delle domande potrebbe purtroppo continuare. Parliamo di questo, non di diversivi come da “metodo Ventotene”. E facciamolo nell’interesse dell’Abruzzo.
P.s.: lo scorso anno, il 14 e il 20 maggio 2024 l’Assessora alla sanità ci disse in Commissione consiliare che il disavanzo complessivo delle Asl pari a circa 130 milioni era dovuto in misura significativa all’aumento del costo dell’energia provocato dalla Guerra in Ucraina: ti confermo che ho rivisto i bilanci delle singole Asl, da cui emerge per il 2023 un risparmio complessivo delle spese per riscaldamento pari a 14,55 milioni (26,09 milioni rispetto a 40,64 milioni del 2022) e per spese di elettricità pari a 9,99 milioni (26,13 milioni rispetto a 36,12 milioni del 2022), e così per un totale di ben 24,54 milioni di euro: che dire?»
LUCIANO D’AMICO