ABRUZZO
Covid: in ospedale 11 giovani, tutti non vaccinati
Sono ricoverati a Teramo dopo aver contratto il virus e sviluppato la polmonite. L’infettivologo Parruti: "Questa è la quarta ondata"
PESCARA. Ondata di ricoveri nel fine settimana, tutti nel reparto Covid dell’ospedale di Teramo. Undici giovani, tutti non vaccinati, sono finiti in ospedale dopo aver contratto il virus e sviluppato la polmonite. Sono stati ricoverati anche due ultranovantenni vaccinati, ma che avevano già un quadro critico compromesso da patologie multiple pregresse. "Per evitare una nuova ondata di ricoveri, dobbiamo tenere duro con il ritmo delle vaccinazioni", avverte il professor Giustino Parruti, direttore delle Malattie infettive di Pescara. "Il richiamo a vaccinarsi è molto forte. Le due dosi sono salvavita. La quarta ondata già c’è perché ormai la variante Delta si è radicata nel territorio, ma, se corriamo verso una copertura vaccinale importante, non ci sarà un’ondata di ricoveri come quelle che abbiamo avuto nelle precedenti ondate".
Professor Parruti, perché questo aumento di ricoveri e di casi?
"La circolazione del virus, nonostante tutti i nostri appelli, continua ad aumentare perché la variante Delta è molto contagiosa. In questo momento abbiamo ancora circa il 40% della popolazione suscettibile. Le persone che hanno raggiunto l’esecuzione della doppia dose, infatti, ancora non raggiungono il 60% della popolazione. In questo 40% per fortuna le persone a rischio sono decisamente meno rappresentate rispetto a quel 60% che è già coperto con doppia dose, ma c’è comunque un’alta suscettibilità. Pertanto, considerando che la variante Delta è almeno 2-3 volte più contagiosa della variante inglese, con il 40% della popolazione ancora suscettibile e con un virus super diffusore, abbiamo ancora una larghissima possibilità di diffondere, soprattutto in ambiti giovanili dove per una persona malata che si muove si ha la probabilità altissima che si creino 3-4 casi intorno. Quando la circolazione si radica nella popolazione, cioè quando iniziano ad esserci multipli focolai e sono coinvolti i giovani che poi hanno la possibilità di raggiungere con rapporti personali persone suscettibili non vaccinate, a quel punto i ricoveri possono ricominciare. Per questa circolazione a sacche, può succedere quanto avvenuto a Teramo con undici persone, tutte non vaccinate, finite in ospedale".
Cosa bisogna fare per prevenire l’ondata di ricoveri?
"Bisogna vaccinarsi. Alla fine di settembre, grazie alla progressione delle vaccinazioni, la possibilità che qualcuno si ammali e finisca in ospedale sarà ulteriormente abbassata. La terza dose può essere utile nei soggetti più fragili e per gli anziani, e forse per tutti un po’ più in là, ma intanto due dosi sono salvavita. Con la doppia vaccinazione, infatti, la possibilità che si arrivi a un interessamento polmonare diminuisce notevolmente".
Quale sarà lo scenario dei prossimi giorni?
"L’ultimo report ci dice che ci sono 42 focolai aperti in Abruzzo. Non prevedo, però, catastrofi. Non immagino di riavere un intero reparto di Rianimazione dedicato ai pazienti Covid e di avere una situazione come quella che, purtroppo, abbiamo già conosciuto in passato. All’ondata di circolazione del virus, se continuiamo a correre con i vaccini come stiamo facendo, non sarà correlata un’ondata di ricoveri e di sofferenza mortale come abbiamo vissuto nelle precedenti e drammatiche ondate".
Siamo già nella quarta ondata?
"Sì, la quarta ondata è questa. Non dobbiamo pensare solo a un aumento dei ricoveri quando parliamo di ondate. Ondata significa anche un aumento della circolazione del virus che è quello che sta accadendo ora. Con il via libera alle vacanze siamo andati a reimportare la variante Delta che ora si sta radicando nel nostro territorio. Che ci sia una quarta ondata di casi, però, non vuol dire che ci sarà una quarta ondata di ricoveri se siamo così intelligenti a vaccinarsi. Le due dosi sono salvavita, mentre dall’altra parte queste varianti più si sovrappongono l’una sull’altra e tanto più aumentano di contagiosità. Agli abruzzesi, dunque, va ribadito con fermezza che bisogna vaccinarsi".
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