LA POLEMICA
D’Alfonso: «Non chiedo scusa per un gesto di cortesia e in assoluta autonomia»
L'intervento del governatore Luciano D'Alfonso sulla polemica delle ombrelline
Gentile direttore, ho letto con attenzione l’articolo scritto da Giuliano Di Tanna. Articolo nel quale – a proposito della vicenda degli ombrelli – si sostiene che dovrei “prendere atto della gaffe e chiedere scusa”. La mia domanda è: di cosa dovrei chiedere scusa? Del fatto che alcune volontarie, durante una manifestazione, hanno compiuto un gesto di cortesia in assoluta autonomia? O di una polemica che non ho generato io ma che è stata innescata volontariamente?
Le vere scuse dovrebbero essere indirizzate a queste ragazze – tra le quali vi è anche mia figlia Benedetta – da chi ha affibbiato loro il soprannome di “ombrelline”, cercando così di sminuirne il valore del gesto istantaneo in ragione delle condizioni di tempo sopravvenute. Definirle sprezzantemente con questo termine significa svilire il loro ruolo di sostegno e collaborazione alla riuscita di una importante manifestazione e mortificare chi – attraverso la propria opera volontaria – si pone al servizio di una causa. Di Tanna parla anche di “atteggiamento di sudditanza” ma – come ha giustamente precisato una di loro in altra sede – si tratta semplicemente di ragazze e ragazzi che si danno da fare spontaneamente e, durante gli eventi, aiutano come possono e vogliono, ad esempio preparando dossier, organizzando le aree convegno, facendosi carico di gestire il rapporto spazio-tempo, i relatori e il pubblico, collocando sedie e tavolini o facendo accoglienza alla reception. Attenzione: si è parlato di ragazze perché sul palco è accaduto che salissero soltanto donne, ma va ricordato che tra i 35 volontari impegnati per Fonderia Abruzzo – che ringrazio di nuovo tutti dal profondo del cuore – c’erano anche 12 ragazzi.
Entro ora nel merito di alcuni aspetti organizzativi relativi all’emergenza atmosferica intervenuta: si è detto che i relatori avrebbero potuto reggere l’ombrello da soli. Sarebbe stato difficoltoso, poiché ognuno avrebbe dovuto tenere ombrello, microfono e carte (c’era anche chi prendeva appunti) e nessuno di noi è la dea Kalì. Un’altra obiezione riguarda la possibilità di sospendere il dibattito. L’ipotesi era problematica, poiché il presidente Bonaccini aveva urgenza di ripartire (ed infatti ha parlato per primo, lasciando poi il dibattito prima del termine dello stesso) e anche il ministro De Vincenti aveva tempi stretti;
Quanto all’eventualità dello spostamento nelle sale interne dell’abbazia, sarebbe stato impossibile in quanto nessun ambiente della struttura avrebbe potuto ospitare le 500 persone che stavano seguendo la tavola rotonda. Si tratta tuttavia di considerazioni fatte ex post, perché l’intervento delle volontarie è stato tempestivo e autodeterminato non appena la pioggia è diventata più fitta. Per questo le ringrazio doppiamente e chiedo loro scusa per la tempesta mediatica che si è scatenata su un gesto così generoso.
In questi giorni si è anche fatto un gran parlare di sessismo. Facciamo un po’ di fact checking. Al vertice amministrativo della Regione Abruzzo, fino a pochi giorni fa, c’era una donna: Cristina Gerardis. Siede in Giunta regionale l’unica donna eletta in Consiglio regionale per la maggioranza, Marinella Sclocco, e non solo perché lo prevede lo Statuto. Il delicatissimo ruolo del segretariato di Giunta è affidato ad una donna: Daniela Valenza. E’ donna la responsabile della mia segreteria, Marianna Di Stefano. Tutti i tavoli di Fonderia Abruzzo erano coordinati da donne: Annarita Capodicasa (Sanità), Annacarla Valeriano (Cultura), Carmen Ranalli (Lavoro), Evelina D’Avolio (Ambiente) e Palmina Romano (Scuola). Anche la presentazione del libro "Sul cammino della modernità" è stata curata da una donna: Annacarla Valeriano. Credo che questi dati parlino da soli.
Purtroppo molti di coloro che si sono espressi hanno basato le proprie opinioni solo sulle foto, senza tener conto di ciò che vi è dietro: un gesto spontaneo e gentile verso chi, in quel momento, era in una situazione di improvvisa difficoltà. Mi auguro che in futuro si prenda in considerazione anche ciò che non si vede ma che, in termini di valore, ha un significato preciso: passione per ciò che si fa.
Luciano D’Alfonso