D’Amico: la Regione va riorganizzata

Il consigliere di opposizione: in crisi l’industria e i settori legati alla valorizzazione dell’ambiente

PESCARA. «La Regione Abruzzo somma un crisi strutturale ed endogena risalente al passaggio dall’obbiettivo convergenza all’obbiettivo competitività risalente alla metà degli anni Novanta, che si evidenzia soprattutto nel logoramento della struttura industriale regionale e nell’impoverimento dei settori caratterizzanti la filiera ambiente (Regione verde d’Europa) – parchi – turismo». Lo afferma il consigliere regionale del Pd, Giovanni D’Amico.

«Oggi, soprattutto dopo il sisma dell’aprile 2099,», secondo D’Amico,«l’Abruzzo è una Regione in forte difficoltà, che non riesce a “fare sistema regionale”, capace di competere in contesti interregionale europei più maturi». Prioritaria, secondo D’Amico, è « l’organizzazione del servizio sanitario secondo un modello integrato regionale (Asl unica) ed interregionale, capace di liberare risorse».

Analogamente, aggiunge il vice presidente del consiglio regionale, «gli altri servizi pubblici a rilevanza industriale (trasporti, acqua, rifiuti, energia, edilizia pubblica e sociale, sistema delle aree protette) devono trovare una sintesi di livello regionale ottimale efficiente ed integrata tra i settori, nei tempi più rapidi possibili».

L’attuale governo regionale invece, secondo D’Amico, «privo di una adeguata strategia complessiva, procede in materia estemporanea, parziale e contraddittoria, e ha reinternalizzato nelle funzioni dirette della Regione l’agricoltura, l’industria, il turismo, il lavoro (stante il fatto la stessa società Abruzzo sviluppo è, in quanto società in house soggetto a controllo analogo regionale), per cui non solo non si aggregano e liberalizzano i servizi pubblici, ma si re- istituzionalizzano funzioni che andrebbero delegate alla libera competizione ed efficienza delle forze di mercato».

«Per quello che riguarda il sistema istituzionale dell’Abruzzo», sostiene D’Amico, «non si vede alcun disegno, anzi si brancola nel buio».

Per il consigliere del Pd, appare «convulsa e contraddittoria» la definizione «di ruolo delle aree urbane (grande Pescara, area urbana Chieti-Pescara, città lineare della costa, l’Aquila capoluogo e processi di ricostruzione dopo il sisma)»; ed è stato «completamente abbandonato ogni programma di coesione delle aree montane e protette».

Resta «urgente definire», secondo D’Amico, «all’esito della riorganizzazione delle Province, una proposta concreta di quali possano essere i nuovi assetti istituzionali e gestionali riconducibili ad un sistema–regione coeso».

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